28 Gennaio 2013, 18:57:41Commento scritto da Arne Saknussemm
Voto: 7.00
Sono un pò perplesso.
L'ambientazione dei racconti è davvero splendida. I luoghi creati da Ballard sono eccezionali e particolarissimi, tra il sogno e l'allucinazione, fuori dal tempo e dallo spazio.
E non sono luoghi che si possono immaginare concretamente ma sono più che altro "una sensazione".
Splendida anche la scrittura di Ballard.
Interessantissimo ed originale l'approccio all'arte del futuro: nei racconti troviamo musica, poesia, pittura, moda, scultura ed architettura.
E poi, quello che non mi convince: il racconto (i racconti) in sè. La trama/storia che è solo un pretesto per mettere su la scena, ossia per gli elementi di cui parlavo prima.
Tanto forti ed immaginifici i primi 2/3 di ogni racconto, quanto sconclusionata l'ultima parte di ognuno di essi.
Lasciano comunque qualcosa dentro, vale la pena di leggerli e di certo proseguirò...continuerò a leggere le sue opere.
 
19 Giugno 2012, 15:22:57Commento scritto da PabloE
Voto: 7.50

L'antologia si presta ad essere considerata un unicum narrativo incentrato sull'otium che pervade Vermilion Sands permettendo ai suoi abitanti di approfondire il loro lato artistico. O almeno è da questo punto di vista che l'ho letta io, forse spinto dal fatto che cercassi un'opera che parlasse, almeno in parte, di arte. Sotto questo aspetto Vermilion Sands è stata come manna dal cielo: sculture che crescono come piante, che si lagnano e che dedicano un Mozart ad una bella donna, fiori canterini con annessi soprani egoisti, ritratti che si autodipingono facendo affiorare le emozioni più intime dei soggetti, ecc.
Risulta evidente che Ballard pensi ad un'evoluzione dell'arte, ma anche degli oggetti comuni, che li avvicini alla biologia, non a caso sculture, piante, vestiti, case assumono connotati umani seppur con il limite evidente di una volontà non propria, ma che rispecchia in qualche modo il possessore.

L'ambientazione di una spiaggia stanca, che porta inesorabilmente alla pigrizia e al "lavoro come gioco supremo" come afferma Ballard stesso nella prefazione, in vari racconti si trasforma in atmosfera da noir o da incubo, resa molto convincente dall'autore soprattutto nella seconda metà dell'antologia.
 
02 Giugno 2010, 18:23:39Commento scritto da maxpullo
Voto: 8.00
Non ci sono parole per esprimere il fascino ed il senso di "rapimento" ispirati dai racconti di questa raccolta, tutti ambientati in una ipotetica ed amena località di villeggiatura denominata "Vermillion Sands", in cui Ballard trova terreno fertile per alcune delle immagini più vivide ed interessanti della sua intera produzione letteraria.
Ogni storia è dedicata ad una particolarissima forma d'arte: dalla scultura di nuvole a quella delle statue canore, dalla cinematografia al canto, passando per la coltivazione di piante musicali, la fantasia di questo autore va avanti a briglie sciolte, in un crescendo di trovate non soltanto stupefacenti, ma anche belle in senso prettamente estetico.
Più che per la vicenda effettivamente narrata, ogni racconto colpisce per le immagini che riesce ad evocare: la prosa di Ballard diventa infatti poesia allo stato puro ed è quasi impossibile non essere rapiti dall'atmosfera di magia in cui si muovono i suoi strampalati e folli protagonisti.
In quasi ogni storia Ballard ripete ossessivamente lo stesso canovaccio, presentandoci un dramma quasi ricorrente che vede al centro una donna altera e beffarda, a volte bellissima, a volte crudele, che quasi sempre cela un terribile segreto o un dramma interiore e che, con il suo comportamento, è quasi sempre causa della rovina degli artisti che ambiscono alle sue grazie o che accettano di sottostare alle sue capricciose volontà.
Ma quello che qui conta non è tanto la trama delle singole storie, quanto piuttosto l'atmosfera di sospensione nello spazio e nel tempo che Ballard riesce a creare, il caleidoscopio di immagini che hanno la stessa consistenza dei sogni dell'infanzia: belissime e vividissime da lontano, più sfumate e meno comprensibili se ci si avvicina un po'. Un sogno che non può essere interamente afferrato, ma che bisogna gustare da lontano altrimenti sparirà.
Le mante delle sabbie, gli insetti incastonati di gioielli, le statue sonore, i fiori musicali, il lago di sabbia, le autostrade che corrono nel deserto e gli improvvisi scorci di cielo fanno da cornice ad una serie di racconti assolutamente sopra le righe che si leggono una volta e che non si dimenticano più.
Si apre con "Prima Belladonna", una storia drammatica, dedicata alla complessa arte dell'addestramento dei fiori musicali per proseguire con "Il gioco degli schermi", delirante storia di perversione edipica e follia sullo sfondo di un set cinematografico molto sui generis, in cui giocano un ruolo fondamentale gli immensi "fondali" scenografici (gli schermi) che si muovono sotto il controllo delle comparse.
Mirabile ed originale è l'arte de "I nubiscultori di Coral-D" (racconto già apparso su Urania 487): un'arte sublime, affascinante e maestosa, ma anche rischiosa all'inverosimile che la poesia in prosa di Ballard riesce a rendere tangibile al punto che sembra di essere presenti al lato della strada, ad ammirare le colossali e magnifiche sculture semoventi, nell'atto della loro creazione per opera del virtuosismo di improbabili artisti dell'aria.
Un forma molto particolare di pittura che potremmo definire "psicotropica" è invece l'originalissima forma d'arte al centro della storia "Sul mare di sabbia" in cui Ballard riesce a fondere le suggestioni della "Ballata del Vecchio Marinaio" di Coleridge con spunti propri del genere noir, creando un dramma allucinante ed a fosche tinte che ben si sposa con l'atmosfera rarefatta e tenue che circonda Vermilion Sands.
Protagonista dell'allucinante vicenda de "La vendetta della scultrice" (apparso come "La scultrice di Vermillion Sands" su Urania 482) è, ancora una volta, una forma d'arte assolutamente stupefacente ed innovativa: quella della creazione delle affascinanti sculture soniche, statue cioè in grado di riprodurre suoni e melodie non appena vengano accarezzate dalla brezza. Questo racconto non è solo una favola moderna, di quelle che solo la mente di Ballard può concepire, ma è anche una parabola triste e drammatica dei rischi che si corrono ad offendere la sensibilità di un'artista e ad affrontare con leggerezza quello che non si conosce.
La moda è la forma d'arte protagonista di "Addio al vento", una moda fatta di abiti "biologici" in grado di muoversi, modellarsi e colorarsi in base agli stati d'animo con cui vengono a contatto. Anche qui l'originalità e la genialità della trovata sono il preludio per il compimento di un dramma inatteso e sconvolgente. Semplicemente stupenda l'immagine degli abiti viventi e della loro interazione con i protagonisti, una immagine magari appena accennata, ma sufficiente a rendere questa trovata indimenticabile.
Il racconto successivo, "Studio 5", è invece dedicato all'arte della poesia: un'arte che, nonostante le suggestioni ispirate dalle notti di Vermilion Sands, dalle statue sonore e dall'eterna presenza delle mante delel sabbie, gli uomini sembrano aver definitivamente dimenticato, preferendo sostituire l'ispirazione che viene dal cuore con le composizioni di oggetti meccanici denominati "Versotrascrittori" o "Apparecchi VT". Ma, come si vedrà dallo sviluppo della trama, questa situazione è destinata a ribaltarsi perchè in fondo si tratta solo di ritrovare confidenza con le proprie capacità.
Chiude l'antologia lo stupendo "I mille sogni di Stellavista" (apparso su Urania 399), dedicato all'architettura, che brilla in modo particolare per la stupefacente idea delle case psicotropiche, abitazioni in grado di tradurre in forme e colori i pensieri e le emozioni dei protagonisti.


Prima Belladonna - 7
Il gioco degli schermi - 6,5
I nubiscultori di Coral-D - 6,5
Sul mare di sabbia - 7
La vendetta della scultrice - 7,5
Addio al vento - 7
Studio 5 - 6,5
I mille sogni di Stellavista - 8,5

Ambientazione racconti - 10
Prosa e stile - 10
 
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