27 Novembre 2018, 19:35:30Commento scritto da galions
Voto: 8.00
Francis Dolarhyde è stato preso a calci dalla vita sin dalla nascita.
Il padre lo ha abbandonato ancor prima, la madre lo ha lasciato al suo destino poco dopo il parto, madre natura e la genetica gli hanno deformato il viso con un labbro leporino ed un palato aperto che non gli consente nemmeno di nutrirsi normalmente e che distorcono la sua pronuncia in modo ridicolo.
Cresce a casa della nonna, ma si tratta di una nonna subdola e manipolatrice.
Thomas Harris scrive questo romanzo ribaltando lo schema classico del thriller, presentandoci da subito l’assassino oggetto dell’indagine e focalizzando quest'ultima sull'individuazione dell'indizio risolutivo.
'Red Dragon' è un titolo della serie dedicata al personaggio di Hannibal Lecter, ma è doveroso precisare che Lecter rimane sullo sfondo di tutta questa vicenda così ben congegnata da non sentirne affatto la mancanza.
Harris sembra quasi volerci fornire una giustificazione o un elemento di comprensione al fatto che Dolarhyde sia diventato un serial killer di famiglie, scavando e approfondendo la sua psicologia e le interazioni con le altre persone, così come scava nella psicologia del detective che gli dà la caccia.
L’indagine appare da subito come una sfida tra personaggi tormentati, ma estremamente intelligenti, perché anche Will Graham dal canto suo è un uomo che ha alle spalle sia le ferite del corpo che quelle dell’anima.
Pensionato dopo la cattura di Lecter, Graham è reduce da una lunga e penosa riabilitazione dopo aver subito una estesa lesione corporea inferta dal cannibale per antonomasia, ed è come prigioniero di una dote affatto desiderabile, ovvero comprendere a fondo la logica e le motivazioni di un assassino seriale.
L’FBI strappa Graham dai suoi affetti per sfruttarne ancora una volta gli straordinari talenti investigativi, mettendo però in crisi il suo rapporto con la moglie e usandolo nientemeno che come esca per stanare Dolarhyde.
Ci sono tutti gli ingredienti per un esaurimento nervoso con i fiocchi, ma i nervi non possono cedere in una corsa contro il tempo, perché l’assassino colpisce nelle notti di luna piena ed il conto alla rovescia è inesorabile.
L’unico peccato che commette Harris è un finale troppo frettoloso e con un colpo di scena discutibile, ancor più frettoloso se consideriamo la maestria con cui sembra prepararlo per tutto il romanzo che si legge davvero con piacere.
La marginalità di Lecter non guasta affatto le aspettative, Harris scrive un thriller che rivaleggia con il più conosciuto ‘Il silenzio degli innocenti’ e che, a mio parere, surclassa tanto ‘Hannibal’ che ‘Le origini del male’. Ottimo lavoro.
 
27 Aprile 2013, 21:10:38Commento scritto da brz57
Voto: 8.00
Bel romanzo, forse anche meglio del "Silenzio degli innocenti" dove la presenza di Lecter diventa un po troppo ingombrante. Qui, invece, l'equilibrio tra la storia e la presenza del Cannibale portano ad un ottimo risultato. Bello anche il film tratto dal romanzo.
 
Utenti cui piace il libro
Utenti cui non piace il libro