24 Aprile 2020, 18:21:19Commento scritto da Free Will
Voto: 10.00
Questo è il quarto e ultimo libro (dopo i 2 Hyperion e il primo Endymion) della grandiosa saga di Iperione e di Endimione, ispirata a quegli antichi miti e, soprattutto, alle opere del poeta John Keats, in maniera esplicita nei titoli (chissà perché non tradotti nella versione italiana) e addirittura in chiare citazioni nel testo.
La scrittura di Simmons è sempre molto al di sopra delle righe e di difficile catalogazione. Oltre alle invenzioni iper-fantastiche dello Shrike, delle IA del Tecnonucleo, e del crucimorfo, qui troviamo gli incredibili poteri di Aenea, la blasfema "comunione" universale, il meraviglioso Vuoto che lega, i "viaggi" nel tempo e nello spazio, la sfera delle stelle, l'Albero Stella con tutte le sue creature, e soprattutto Leoni e Tigri e Orsi. Ecco quindi che l'aspetto fantascientifico in senso stretto, praticamente non esiste; ma non importa: è così piacevole lasciarsi trasportare dalla potenza di linguaggio di questo grande autore, che ti fa vivere il racconto con tutti e cinque i sensi attivati.
Lo stile letterario è sempre di altissimo livello culturale e poetico, perfino nella descrizione di una scena di sesso a gravità zero (altro che le ridicole scene scritte dal mediocre Robert J. Sawyer!).
Certo sono 700 pagine, ma non pesano in alcun modo e, giunti al grandioso finale, si esce pienamente soddisfatti.
 
24 Aprile 2020, 11:05:01Commento scritto da antosimov
Voto: 10.00
Ultimo del ciclo di quattro volumi corposi.
Il migliore insieme ai primi due 'HYPERION' e 'LA CADUTA DI HYPERION'
L'autore DAN SIMMONS dimostra, grande cultura umanistica,riesce attraverso la fantascienza a raffigurare tutti i sentimenti dell'animo umano ,negativi e positivi.
Nonostante le 600 pagine si legge in un fiato.
Per leggere tutto il ciclo è consigliabile, tenere appunti sui personaggi e pianeti vari,indispensabili per approfondire e entrare in sintonia con il finale.
Tutti i personaggi si ritrovano insieme nelle ultime 100 pagine, che spiegano tutti i significati oscuri e incomprensibili della saga.
Il finale è EPICO, MAGISTRALE,MAGNIFICO e COMMOVENTE.
UN capolavoro non solo della fantascienza ma della letteratura.
Il voto è valido per il libro e per tutto il ciclo.
 
08 Aprile 2014, 10:50:39Commento scritto da ciccio
Voto: 7.00
Non condivido l'entusiasmo di Maxpullo, lo ritengo un buon libro ma poteva essere migliore, si dilunga roppo su alcuni dettagli (come ha commentato qualcuno da l'impressione che sia pagato a pagina), ci sono troppe ripetizioni e rimandi, inoltre ritengo (opininione strettamente personale) che rovini parti di quanto scritto nei volumi precedenti per il gusto di facili colpi di scena, inoltre nell'andamento narrativo ci sono evidenti incongruenze (indubbiamente dovote a necessità narrative ma risultano come stonature) - Note di colore, simpatici gli omaggi qua e la ai grandi della fantascienza (per es. le Bradburie), e si nota la predilizione dell'autore (questa potrebbe essere anche del traduttore) per alcune parole tipo Pastosa e Scorificare che conpaiono almeno ogni 3 pagine.
 
06 Aprile 2013, 19:11:45Commento scritto da maxpullo
Voto: 10.00
Un mix incredibile di fantascienza di altissimo livello, religione e sentimento, in uno dei libri più belli che mi sia mai capitato di leggere.
Spettacolare, visionario, plausibilissimo e toccante quest'ultimo romanzo chiude in maniera perfetta un ciclo meraviglioso, senza alcun dubbio alla pari con capolavori assoluti come "Star wars" e "Avatar", ma con qualcosa in più: la capacità di stupire e commuovere fino all'ultimissima pagina unite ad una lucidissima visione del mondo ultraterreno quale raramente capita di leggere. Sawyer aveva provato a parlare di una sorta di legame che unisce tutte le creature senzienti (vive e morte) regalandoci il bellissimo concetto di "psicospazio" nel suo romanzo "I transumani", ma Simmons va oltre e, con il suo "vuoto che lega", concepisce un costrutto universale che convince e piace, regalandoci un cosmo assolutamente verosimile ed altamente desiderabile.
L'unico rammarico è la mia personale incapacità di "tener botta" quando il brodo si allunga troppo, ma sono abbastanza obbiettivo da riconoscere che si tratta di una mia limitazione e non di un difetto del libro che è inserito d'obbligo (assieme agli altri romanzi del ciclo) nella mia top ten di tutti i tempi.
Da applauso.
 
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