01 Ottobre 2007, 17:55:28 | Commento scritto da tehom |
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Avviso ai lettori: non vi aspettate da questo libro quello che non può darvi, vale a dire sensazioni forti , facili escapismi , e/o una lettura rilassante. Il rigore scientifico, l'intransigenza etica, la repulsione per la SF di matrice anglosassone reputata pacchiana e commerciale, spingono Lem a richiedere al lettore una attenzione continua, unita ad una sistematica tensione intellettuale. Questo è vero soprattutto per l'antologia "I viaggi del pilota Pirx", che nel volume accompagna il romanzo "Il congresso di futurologia". Quest'ultimo si inserisce nel filone delle opere satiriche di Lem e si potrebbe definire come " l'acida descrizione di una antiutopia acida " ( Lem scrive a ridosso della fine degli anni'60 quando il dibattito sui paradisi artificiali era all'ordine del giorno, basti pensare alla vasta risonanza che ebbero a quei tempi gruppi rock come Grateful Dead e Doors, e personalità molto discusse come Timothy Leary ). Un'opera tutto sommato gradevole, anche se spesso e volentieri Lem pigia forte sul pedale del grottesco... Ma il vero piatto forte è l'antologia, ricchissima di spunti e di riflessioni che troveranno nei romanzi maggiori più profonde articolazioni. Le mie preferenze personali vanno a racconti come "Albatros", teso ed avvincente resoconto di un naufragio interstellare vissuto attraverso le comunicazioni radio, "Terminus", straziante descrizione di quella che si può definire come una alienazione robotica, i bellissimi "la caccia" e "l'incidente" dove all'interno di panorami alieni mozzafiato si assiste a stupefacenti episodi di antropomorfizzazione robotica, "Il processo" , serratissimo testo che riecheggia ampiamente le tematiche dickiane sulla definizione di umano e non-umano. Ma anche nei racconti più convenzionali prevale la riflessione sull'uomo e sul suo posto all'interno di un universo al tempo stesso sconfinato ed inconoscibile. | |||||||
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