26 Giugno 2022, 09:38:09Commento scritto da Free Will
Voto: 9.50
Il seguito del grande classico "Hyperion" ha una struttura completamente diversa, nel senso che non è costruito in forma "Decameron", o meglio "racconti di Canterbury", ma ha un'impalcatura più tradizionale dal punto di vista narrativo, anche se la narrazione salta su vari livelli e scenari e addirittura uno dei protagonisti parla in prima persona, mentre gli altri vengono descritti in terza persona. Ciò rende la lettura un pochino più difficile, ma basta un po' di concentrazione per entrare in questo fantastico universo.
Fantastico è la parola giusta perché, effettivamente, la fantasia prende il sopravvento sull'aspetto "scientifico" e, come tutti i libri di Simmons, non si tratta di SF classica, ma qualcosa di non bene etichettabile.
Per quanto riguarda la storia, vengono chiariti quasi tutti i misteri lasciati in sospeso con il primo libro del ciclo e molti protagonisti arrivano al compimento del loro destino superiore, alcuni subendolo, altri diventandone artefici.
Dal punto di vista letterario, l'autore si colloca ad un livello decisamente superiore a moltissimi altri scrittori del genere; certo non è facile inseguirlo in tutti i meandri linguistici e nei vari riferimenti alla letteratura anglosassone, con particolare riguardo ai poemi del suo mito John Keats a cui ha dedicato addirittura il titolo dei suoi romanzi. Per fortuna ci viene in soccorso la traduzione quasi perfetta di Staffilano (con pochissimi ricalchi troppo "alla lettera").
Per il resto, vale quanto già detto su "Hyperion" in merito alla grande potenza linguistica di Simmons, che riesce sempre a farci entrare fisicamente dentro la storia e farci sentire in profondità ogni sensazione dei protagonisti, come se i loro organi sensoriali fossero i nostri.
 
25 Giugno 2022, 16:46:06Commento scritto da bibliotecario
Voto: 9.00
Hyperion : Romanzo che mi ha lasciato basito. Sono consapevole di aver letto un capolavoro. Ma mi aspettavo un romanzo ed in realtà mi sono trovato a leggere una serie di racconti che legati tra loro narrano gli antefatti che hanno portato i protagonisti al punto di inizio e in realtà di fine del libro stesso. Oltre trecentocinquanta pagine per mettere a fuoco l'ambiente socio politico, per presentare le forze che si muovono dietro le quinte e il retroterra dei protagonisti e poi sul più bello il libro finisce. In qualsiasi altro caso sarei inferocito, in questo avrei voluto che il libro non finisse mai da quanto ero coinvolto nella storia dei vari personaggi che dovranno affrontare, verosimilmente nel successivo libro del ciclo, l'inaffrontabile. Lettura assolutamente consigliata.

La caduta di Hyperion: Dopo aver letto Hyperion avevo altissime aspettative per questo romanzo, non sono rimasto deluso, anzi se possibile sono rimasto addirittura sorpreso per la potenza immaginifica di certe visioni descritte da Simmons. Lettura non facile a causa della complessità della storia narrata, ma se approcciata con la necessaria attenzione, ripagherà il lettore con una storia che è una cavalcata epica, a tratti struggente e commovente a tratti spietata e dolorosa ,nel futuro dell'umanità. Capolavoro assoluto che metto nel mio personale olimpo accanto a Dune e Il sogno del Vuoto.  
 
11 Marzo 2015, 16:59:26Commento scritto da Fedmahn Kassad69
Voto: 9.50
Non mi dilungo in un commento articolato, in quanto non farei altro che ripetere quanto scritto da altri prima di me (in particolare da Maxpullo), mi limito semplicemente ad affermare che ho terminato quella che sarà la quinta rilettura di Hyperion e del suo seguito La Caduta di Hyperion, a partire dal 1997 anno in cui l'acquistai e lessi per la prima volta; ebbene, il piacere che provo ad ogni lettura di questo autentico capolavoro è sempre immenso ed immutabile.
Non metto 10 ma 9,5 perché la perfezione non esiste, ma questi Hyperion Cantos la sfiorano più di ogni altra opera di SF (e non solo) che abbia mai letto.
 
08 Marzo 2013, 13:49:17Commento scritto da maxpullo
Voto: 9.00
HYPERION

Tanto di cappello al signor Dan Simmons che, con questo libro, dimostra di essere un vero professionista della parola scritta: acuto, intelligente e capace di costruire un'opera praticamente perfetta, in grado di coinvolgere ed appassionare un po' tutti i diversi amanti della fantascienza.
Sfruttando abilmente il canovaccio boccaccesco dei personaggi che narrano la loro storia pregressa prima dell'inizio dell'avventura, infatti, egli si dimostra bravo nel suo mestiere di "accalappia lettori" e soprattutto si rivela fine conoscitore del genere fantascientifico, riproponendo una serie di racconti che toccano un po' tutti i sotto-generi di cui  essa si compone.
Dalla fanta-religione di Farmer, alla military sf di Heinlein e Haldeman, passando per i paradossi temporali di Ballard, fino ad arrivare alle fantasie cyberpunk di Gibson, in questo libro non manca proprio nulla, un vero e proprio "pastiche" che sembra costruito ad arte per quanto è perfetto.
A mio avviso, il racconto dello studioso e la narrazione del "ballardiano" incidente occorso a sua figlia durante l'esplorazione delle "Tombe del tempo" è qualcosa di sublime, in grado di toccare il lettore sia per la singolarità della vicenda che per i suoi risvolti umani; un pelino più sotto colloco il suggestivo episodio di apertura con la storia del prete che sembra riecheggiare alcuni dei passi migliori di "Notte di luce", ma, alla fine, ogni racconto ha un suo fascino cui non si sfugge.
Non nascondo che proprio nella perfezione dell'intero costrutto e nella stranezza della combinazione di generi fatta quasi ad arte mi è sembrato di scorgere il sapiente lavoro di un eccellente mestierante, cosa che mi ha lasciato in bocca un sapore di "fasullo" al termine della lettura, anche perchè, da questo primo tomo, è praticamente impossibile capire che tipo di storia Simmons abbia in mente.
Voglio, tuttavia, essere poco malizioso e concedere fiducia all'autore per l'eccellente libro che ha saputo scrivere: mi sbilancio quindi con una valutazione più che ottima nell'attesa di leggere il prima possibile il seguito del ciclo.  


LA CADUTA DI HYPERION

Questo seguito conferma quanto di buono c'era già nel primo libro, attenuando moltissimo l'impressione di artificiosità che rimaneva legata al fatto che l'autore era riuscito ad inserire in un unico romanzo diverse sottotrame basate guardacaso proprio sui principali filoni della fantascienza.
Se una critica può esser mossa a questo libro, invece, ci si può appellare esclusivamente alla sua prolissità: Simmons indugia molto sulle descrizioni e questo, se da un lato arricchisce l'impatto "visivo" del romanzo, da un altro provoca ansia nel lettore (almeno a me l'ha provocata) rendendolo impaziente di sapere come va a finire la vicenda.
Per il resto ci sono solo note positive, la principale tra cui quella di esser riuscito non soltanto a fondere felicemente tanti filoni tra loro tanto differenti come ad esempio la space opera, il cyberpunk e la military SF, creando un'opera di genere quasi indefinibile, ma soprattutto di averlo fatto in modo tale da creare un "congegno narrativo" praticamente perfetto in grado di regalare emozioni sino alle ultimissime pagine.
Semplicemente meraviglioso il modo in cui si conclude la drammatica vicenda della piccola Rachel: confesso che mi è stato quasi impossibile trattenere l'emozione di fronte al colpo di scena riguardante il suo destino e che raramente ho visto la fantascienza arrivare a vette così geniali.
Interessantissimi, infine, riferimenti alla divinità (ed al concetto di trinità), sapientemente inseriti e resi "immanenti" nelle maglie di una realtà cosmica in cui spazio, tempo, probabilità ed universi paralleli perdono la loro connotazione di mistero ed incomprensibilità divenendo elementi quasi quotidiani che sono letteralmente plasmati come creta dalle abilissime mani dell'autore in grado di farne ciò che vuole.
La vicenda si conclude spiegando quasi tutto ed esaurendo la storia dei vari personaggi ma lascia aperte numerose questioni irrisolte che mettono la curiosità di correre a leggere i seguiti della storia.
Un capolavoro
 
12 Aprile 2012, 11:46:38Commento scritto da Arne Saknussemm
Voto: 7.50
Quoto in pieno il commento di Francibass.
Non l'ho trovato all'altezza del precedente. Troppo prolisso e ripetitivo nelle descrizioni, la prima metà del romanzo è davvero lenta...a volte pesante. Si riprende nella seconda parte anche se la conclusione lascia perplessi.
Dopo mille e passa pagine vorrei qualcosa di piu'... invece dobbiamo affidarci alle avare spiegazioni di Moneta, ai monosillabi di una IA ed ai (Trooooppi!) versi di Keats.
E che dire sulla "vera missione della vera voce dell'albero Het Masteen" ?? Non voglio spoilerare, ma si sfiora il ridicolo !
Manca la sperimentazione che tanto avevo apprezzato in "Hyperion".
Resta la maestria di Simmons, i bei dettagli (ma anche in questo "Hyperion" è nettamente superiore) ed il potere immaginifico del testo. E nonostante i difetti elencati resta comunque una gran bella lettura.
Leggero' sicuramente i 2 volumi seguenti.
Do un 7,5 che sarebbe stato 8 se il romanzo avesse avuto 200 pagine in meno !
 
27 Febbraio 2006, 00:48:17Commento scritto da francibass
Voto: 7.50
1. Dan Simmons si conferma un maestro: dopo un'introduzione poco convincente, necessaria soprattutto per convocare i personaggi, incalzano i primi tre racconti dei protagonisti, che non danno un attimo di tregua. Gli avvenimenti sono inanellati uno all'altro senza soluzione di continuità, l'esposizione è ricca di particolari tecnici e soluzioni di grande immaginazione, e persino la tecnica stilistica è differente da capitolo a capitolo: nella forma di diario il primo, avvenimenti continui e filosofia militare il secondo, avanguardia lessicale il terzo che si rivela a tratti anche spassoso. Lo scrittore inoltre ci erudisce con continui riferimenti e citazioni, sia alla letteratura inglese - Keats in particolare - che a quella ancora da venire! In nessun caso però hanno l'effetto di appesantire la narrazione. 330 pagine assolutamente godibili, piene di una creatività difficilmente eguagliabile: il risultato è la smania di leggere la seconda prte quanto prima...seconda parte che comincia subito con un bel melodrammone logorroico che fa venir voglia di saltare le pagine qua e là. Il secondo racconto invece ci propina il solito investigatore, alle prese con un caso inspiegabile, che solo verso la fine cattura l'attenzione: in particolare molto scontate le scene di combattimento ed in generale si capisce che l'azione non è il proprio la specialità di Simmons. In più ci viene propinata l'ennesimo piatto cyberpunk di cervella fritte in interazioni troppo ravvicinate con la rete. Meglio il terzo racconto che i continui spostamenti di punto visto temporale - e qui è proprio il Tempo a narrare - rendono avvincente quanto basta. Ma il difetto principale del romanzo è il fatto che si conclude con un nulla di fatto: è indispensabile leggersi il seguito. E questo, dopo 700 pagine, mi sembra veramente imperdonabile...

2. Simmons è indubbiamente pagato a pagina: altrimenti non si spiegherebbe l'inutile prolissità di molti capitoli. Per carità le parti espositive sono estremamente dettagliate ed evocative nella costruzione, quasi maniacale, di una realtà distante otto secoli nel futuro. Però, dopo le quasi 700 pagine del prequel, mi sembra quasi minestra riscaldata. I furia di descrivere suggestivi tramonti alla fine i colori si esauriscono e francamente il contorno è sovrabbondante rispetto alla narrazione, che fino ad ora non è poi molta per un volume che deve raccontare tutto quello che non è successo nel precedente. Il protagonista è ottuso e per giunta consapevole di non sapere neanche perché esiste: non è proprio intrigante come premessa. Inoltre i particolari delle espressioni dei personaggi sono maggioritari rispetto ai dialoghi e, sebbene assolutamente perfetti, diventano nauseanti nel prosieguo della lettura. Per fortuna non ci sono riferimenti a scroti contratti, che invece abbondano nel primo volume...
...la seconda parte funziona meglio della prima, forse perché l'azione si muove più velocemente (ma raramente raggiunge il ritmo giusto) e un po' della matassa di misteri viene dipanata. Però resta l'amaro in bocca: dopo aver letto più di 700 pagine si ha la senzazione che le spiegazioni fornite non siano sufficienti e che le conclusioni siano tirate per i capelli se non a volte inverosimili. Nel complesso ho trovato che i personaggi siano troppi (e ognuno di loro mangia un filo d'erba!), siano troppi i cambi di prospettiva, troppi i cambi di sequenza temporale, troppe le citazioni, troppa ossessione per John Keats - il quale l'autore probabilmente cercherà di santificare al più presto - insomma troppo per pretendere l'attenzione del lettore in così tante pagine. I miei rispetti al buon Dan maestro di stile ma questa volta ha esagerato...
 
12 Maggio 2005, 14:23:06Commento scritto da nemesis
Voto: 7.00
1-Bel romanzo, molto interessante, più che la storia in se le varie individualità.
Il consiglio è di leggere i libri della saga uno dietro l\'altro perchè altrimenti si rischia di perdere il filo della complicata trama.

2-Purtroppo io l\'ho letto solo dopo un anno dall\'aver letto il primo volume e probabilmente ha contribuito al fatto di trovarlo un libro piuttosto difficile. Ho faticato molto a portarlo a termine, sebbene la storia non sia per nulla malvagia.
 
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