16 Luglio 2020, 13:03:31Commento scritto da astrologo
Voto: 8.00
C'era una volta la fantascienza. In questo libro della serie apocalittica la materia è profgusa a piene mani, e la trama è stata ripresa in un altro senso dai francesi, b.r.bruss per la precisione. Struggente, drammatico, bello 8c'è anche un seguito9i
 
19 Maggio 2014, 23:27:21Commento scritto da Fantobelix
Voto: 7.00
Victory ha stigmatizzato bene alcuni elementi essenziali, più che condivisibili.
L'impressione a fine lettura è proprio quella di una grande idea, ben condotta e sviluppata nel primo terzo del libro, magistralmente affrontata nel cuore dell'emergenza, al centro della narrazione, e stancamente portata a termine in un finale frammentato, e un pò deludente.
Le frequenti note di dettaglio a margine, improntate ad uno stile tecnico-diaristico, mischiano divulgazione scientifica, a beneficio del lettore degli anni '50, e finzione letteraria, a supporto della verosimiglianza della storia, in un connubio indissolubile che a mio avviso deprezza entrambi gli aspetti e appesantisce la lettura.
Ma il libro risulta comunque interessante e originale.
L'affascinante civiltà marziana, si è evoluta nel corso di millenni ad un livello non di sola tecnologia fine a se stessa, ma di civilizzazione, conoscenza, efficienza, unione, comprensione e rispetto del ben comune. Le fanno da contraltare i Rhangs del pianeta vicino, perennemente in guerra, incapaci di gestire le proprie immature conoscenze e le proprie azioni, immolate sull'altare dell'odio cieco tra le due fazioni, in un eterno contrasto fine a se stesso.
I marziani pagano lo scotto di un eccessivo "condizionamento" delle emozioni, che li congela nel loro ruolo di custodi della saggezza e della civiltà: sono loro a "salvare" i superstiti dei Rhangs, il popolo che in fondo più ci rappresenta, dal disastro totale e ad offrir loro una seconda possibilità. Ma che questa poi sia la civiltà che davvero vogliamo, è il finale a lasciarcelo come interrogativo. Non di sola efficienza e conoscenza precostituita è fatto l'uomo, ma anche dei propri istinti, di curiosità e voglia di conoscere attraverso la propria esperienza e il contatto diretto anche con ciò che è diverso o altro da noi, e dalla cui interazione può nascere un nuovo approccio alla vita.
Un’interessante esplorazione della primordiale fantascienza italiana.
 
20 Gennaio 2010, 10:59:16Commento scritto da victory
Voto: 6.00
Sarebbe stato un ottimo libro se l'autore si fosse attenuto solamente all'intreccio del racconto senza le troppe note. L'inizio era parso buono, poi via via il racconto si adagia in descrizioni faraginose e stucchevoli, come la maggior parte della fantascienza degli anni '50, con il risutato che alla fine non sai se ti è piaciuto o meno. Voto di sufficienza per l'idea originale.  
 
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