08 Aprile 2015, 09:54:40Commento scritto da and
Voto: 8.00
Capolavoro di idee e trovate che regge benissimo gli anni che ha.
Veramente imperdibile.
 
28 Gennaio 2015, 09:51:49Commento scritto da mitd
Voto: 6.00
L'idea del romanzo è buona, soprattutto considerando gli anni in cui è stata concepita: mutare gli uomini che dovranno colonizzare gli esopianeti anziché terraformarli. Anche il messaggio finale è decisamente interessante. Purtroppo l'implausibilità scientifica (come già rimarcato in dettaglio da Pablo E) non aiuta a creare quella sospensione dell'incredulità che è un requisito fondamentale della fantascienza. Pur leggendosi bene, questo romanzo mi ha lasciato un senso di occasione perduta.
 
18 Giugno 2012, 19:41:43Commento scritto da Arne Saknussemm
Voto: 8.00
Bellissimo libro ! E non me lo aspettavo !
Perfettamente d'accordo con quanto scritto sopra da Maxp. : il romanzo, nell'edizione urania, sembra "accorciato" in alcune parti, e la descrizione della "battaglia" per la conquista dello stagno su Hydrot è tra le pagine migliori di tutta la SF (almeno di quella che ho letto io ).
Romanzo che propone interessanti riflessioni, riflessioni attuali quando fu scritto il romanzo (per certi motivi) ed attuali adesso (per motivi differenti).

"Il seme tra le Stelle" è a suo modo poetico, è molto toccante e dipinge (in maniera molto stringata) personaggi con i quali non si può non entrare in empatia ... dopotutto sono uomini come noi. O no ??
 
06 Settembre 2011, 18:44:27Commento scritto da PabloE
Voto: 5.00

Senz'altro l'anticipazione sul tema della modificabilità genetica (è un romanzo del '56, poffarbacco!) è ammirevole, così come la prima parte o primo libro o mutazione prima o come la volete chiamare è ben costruita, anzi, Blish avrebbe fatto meglio a scrivere solo sulla prima parte che risulta interessante, ma troppo breve per un approfondimento sulla condizione dei "reietti" di Ganimede.

E sì, perchè spingersi troppo oltre è rischioso, davvero troppo rischioso e si finisce col farsi male. Succede allora che il buon Jim immagina animali della storia terrestre su un pianeta, immagina che una nuova razza di terrestri, nasca già "imparata" ereditando (geneticamente?) le conoscenze terrestri, ma come dice il vecchio detto "non si nasce imparati"! E come cappero fanno i primi "nuovi" uomini di ogni razza a parlare, ad avere un retaggio culturale? Merito di un qualche cromosoma J? Boh. Gli uomini minuscoli dello stagno di Hydrot quanti neuroni avrebbero potuto avere nel loro cranio? Come diamine fanno a parlare nell'acqua (ci fosse una sirenetta!)? Mica il buon vecchio Jim ha detto che sono stati rimpiccioliti, quindi non si può dare per buono neanche un rimpicciolimento cellulare, mi dispiace, ma non posso. Non posso soprassedere a certe fandonie che pure nel '56 avrebbero dovuto essere considerate tali. Mi dispiace Jim, sei rimandato.
 
06 Agosto 2011, 10:04:16Commento scritto da hedrock17
Voto: 9.50
Pienamente d'accordo con il commento di max. E' doveroso aggiungere qualcosa a proposito della forza "rivoluzionaria" di alcune idee e di come le stesse  vengono sviluppate. Il libro è anche un potentissimo pamphlet antirazzista (e negli USA   nel 1956 non doveva    essere cosa facile proporlo) con un memorabile  finale  sarcastico  e definitivo sul tema dei padri fondatori, della purezza della razza ecc. ecc.
Appare sconcertante  come il tema della pantropia seppure presente in altre forme nelle letteratura fantascientifica non sia stato ripreso  come meritava  per le infinite possibilità  speculative e narrative.
 
25 Maggio 2011, 11:45:56Commento scritto da maxpullo
Voto: 8.00
L'unico difetto di questo bellissimo romanzo è paradossalmente quello di essere "troppo breve".
Dopo che la fantascienza ci aveva reso quasi familiare il concetto di "terraforming", James Blish rovescia abilmente il concetto e, dopo aver presentato come una realtà scientifica l'idea del "condizionamento" (che di fatto è l'antenato dell'ingegneria genetica), parte con una delle trame più affascinanti che siano mai state scritte.
Il suo spunto è talmente felice che, a mio avviso, egli potrebbe verosimilmente proseguire all'infinito con le storie e gli aneddoti basate sui discendenti della panspermia della razza umana nell'universo mentre invece, purtroppo, complice forse il poco tempo a disposizione o i tagli editoriali, si limita a presentarci due piccole perle, vagamente poetiche e molto appassionanti, che hanno però il difetto di terminare troppo presto e di non approfondire più di tanto nè l'evoluzione di questi "Uomini Condizionati" nei loro nuovi ambienti, nè le considerazioni sulla difficile integrazione tra l'Uomo originale e queste nuove razze, destinate a succedergli.
Sinceramente, nemmeno sforzandomi riesco a percepire gli anni di questo romanzo, perchè Blish ha avuto il merito di costruire una storia praticamente perfetta senza fornire al lettore riferimenti temporali o scientifici che potessero "datare" il libro.
Un indiscutibile capolavoro che è e rimarrà per sempre un classico della fantascienza.
 
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