10 Febbraio 2023, 11:11:25Commento scritto da adso
Voto: 7.50
Questo romanzo mi ha in parte ricordato 'Il mondo sommerso' dello stesso autore.Anche qui i protagonisti della vicenda sono testimoni di un cambiamento radicale (la cristallizzazione di forme di vita e oggetti inanimati) che trova la sua causa in un mutamento nel tessuto spazio-temporale.La vicenda,in sé,non è particolarmente originale,ma permette a Ballard di descrivere in maniera assai convincente la trasformazione psicologica,prima ancora che fisica,dei personaggi coinvolti che,in qualche maniera,finiscono col sentirsi parte integrante di questa nuova realtà.Romanzo,in definitiva,crepuscolare,ma che contiene anche i germi di una nuova forma di vita che si sviluppa all'interno di un'algida,splendente,eternità.Non un capolavoro,ma comunque pur sempre una buonissima lettura che spinge,come sempre con questo grandissimo scrittore,a profonde riflessioni.
 
04 Luglio 2010, 21:38:18Commento scritto da maxpullo
Voto: 6.50
Questo libro è la testimonianza più lampante dell'abisso che c'è tra il Ballard romanziere e quello scrittore di racconti: il suo particolare stile narrativo, infatti, lo rende a mio avviso insuperabile in storie brevi ma anche noioso oltremodo quando si cimenta in storie di più ampio respiro.
In questo romanzo egli ampia e sviluppa l'idea di un suo precedente racconto del 1964, "L'uomo luminoso" (pubblicato nell'antologia Urania "Il gigante annegato"), senza aggiungere una virgola di più da un punto di vista sostanziale, ma semplicemente allungando il brodo introducendo personaggi inutili e descrivendo situazioni surreali con l'unico effetto di appesantire la lettura.
Il romanzo vero e proprio si riduce all'essenziale descrizione della inconcepibile "catastrofe" di cui i suoi personaggi sono spettatori: una inspiegabile anomalia del più misterioso degli elementi, il tempo, che produce come effetto fisico estremo una cristallizzazione degli atomi degli oggetti che ne sono interessati. La catastrofe ha misteriose origini cosmiche, ma sebbene sia possibile intuire il suo meccanismo, la comprensione del fenomeno non è tale da poter iimmaginare come invertire il processo se non per brevi istanti.
La vera forza di questo romanzo, in definitiva, è tutta qui, nella singolarità e nel fascino della sua idea centrale: il tempo, d'altra parte, con il suo trascorrere e con le assurde anomalie che possono interessarlo è proprio uno degli argomenti più sfruttati nella narrativa di Ballard. In questo romanzo il tempo, anzichè trascorrere all'indietro come nel bellissimo "Controtempo" o avere imrovvise discontinuità come nel meraviglioso "Il tempo si guasta", finisce misteriosamente per annullarsi e l'effetto visibile di questo annullamento, la cristallizazione degli atomi, più che corrispondere all'idea di morte finisce per essere invece quanto di più vicino possibile al concetto di eternità.
Gli stessi protagonisti della storia, di fronte al fenomeno, reagiscono non solo con rassegnazione all'inevitabile, ma quasi con addirittura piacere, anelando alla trasformazione che, sottraendoli dal fluire del tempo, li sospende in un eterno oblio e li rende immortali.
Un romanzo sicuramente grandioso come idea centrale e per le profonde riflessioni che induce sulla vita e sul rapporto tra essa ed il tempo, ma anche un romanzo noioso che non si vede l'ora di finire.
 
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