01 Aprile 2020, 20:03:36Commento scritto da adso
Voto: 10.00
Plagio. Mi dispiace doverlo ammettere, ma dopo la lettura de “L’ospite invisibile” dei coniugi Bristow&Manning; questa è la prima considerazione che mi sento di fare sul romanzo della Christie.
Ciò premesso, quest’opera ha l’indubbio vantaggio di avvalersi dello smisurato talento della scrittrice anglosassone che fa si che la qualità della stessa sia superiore in tutto a quella dei coniugi statunitensi.
A parte la ben nota capacità dell’autrice di caratterizzare i personaggi, approfondendoli psicologicamente come pochi sanno fare, quello che mi ha colpito è stata l’atmosfera straniante che ha pervaso la vicenda dall’ inizio alla fine e che mi ha immerso in una sorta di perenne ansia nell’attesa di tutto quanto fosse prossimo ad accadere.
Inoltre, l’ambientazione su un’isola ha accentuato il senso di solitudine in cui ognuno dei personaggi si è, di fatto, venuto a trovare, come se quel lembo di terra fosse una sorta di vetrino di laboratorio in cui ogni singolo personaggio è imprigionato e sottoposto all’ analisi di microscopio da parte di una presenza invisibile.
Punto davvero dolente del romanzo è l’ultimo capitolo, dove viene svelata la dinamica degli avvenimenti, tutt’altro che soddisfacente. Anzi, secondo me fa acqua da tutte le parti e neutralizza quel pathos assoluto protagonista fino a poche pagine prima.
Potessi riavvolgere il nastro, mi fermerei alla ricostruzione dei fatti da parte dell’ispettore di Scotland Yard.
Al lordo di quanto sopra detto, questo rimane un capolavoro senza tempo
 
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