21 Dicembre 2022, 15:18:33Commento scritto da astrologo
Voto: 7.00
Buono come idea meno lo scorrimento del testo, piuttosto ineguale, comunque si fa leggere
 
26 Novembre 2021, 00:08:14Commento scritto da dargon10
Voto: 6.00
 
01 Maggio 2015, 07:49:35Commento scritto da raffa
Voto: 6.00
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15 Novembre 2012, 15:30:49Commento scritto da Nova68
Voto: 6.00
Ci sono dei racconti, dei romanzi che possono essere paragonati ad una buona bottiglia di vino d'annata. Il vino, dopo che si è stappata la bottiglia con largo anticipo, si lascia decantare in modo che tutti i sentori, i profumi si possano poco a poco sprigionare nell'aria e successivamente rilasciare aromi al naso e sapori alla bocca. Come dicevo, alcuni scritti si comportano cosi', se pur datati, dopo una buona sedimetazione e "decantazione" letteraria, si progongono sempre freschi e pronti ad imbrigliare il lettore. Purtroppo non è il caso di questo romanzo di Wyndham. Troppo debole l'intreccio, alcuni passaggi trascritti senza sentimento (esempio le due righe puramente descrittive della morte del figlio, oppure la scomparsa dei due scenziati nella battisfera, anche in questo caso liquidata in due righe. Il pathos ? Due scene così di forte impatto emotivo avrebbero meritato maggiore considerazione. Forse la terza parte è la migliore, anche se il finale sbrigativo, consolatorio e troppo "happy ending" rovina il tutto. Anche in questo caso, un finale molto più incerto e oscuro, crepuscolare, sarebbe stato più appropriato. Nell'insieme sono rimasto deluso, anche se la prosa, fortunatamente risulta sempre scorrevole e di facile lettura. Voto 6 di pura stima, in attesa di leggere altre prove più convincenti
 
28 Aprile 2009, 13:20:13Commento scritto da grifone58
Voto: 8.00
Il primo Urania che ho letto... indimenticabile!
 
10 Aprile 2009, 16:22:18Commento scritto da maxpullo
Voto: 6.50
Devo ammettere che questo romanzo di genere "catastrofico" mi ha convinto assai poco.
Molto simile al Giorno dei Trifidi, questo libro di Wyndham, ne condivide sicuramente la drammaticità ed anche la strenua lotta degli uomini contro le inconcepibili e misteriose creature abissali che vogliono il predominio sul pianeta ricorda molto da vicino l'epopea dei superstiti contro i mostri vegetali. Tuttavia in questo romanzo tutto appare un po' troppo fiacco e l'idea iniziale, seppure ottima, si perde strada facendo.
Con trepidazione assistiamo all'aggressione all'umanità da parte di misteriosi esseri il cui habitat naturale è rappresentato dalle profondità abissali: dapprima essi si limitano a togliere all'uomo il predominio sul mare, affondando navi e rendendo insidiosi i trasporti, poi l'azione si sposta sulla terraferma e titanici macchinari iniziano a far strage di uomini per fini misteriosi. E' l'abisso che si risveglia e, anche quando gli attacchi sembrano finalmente respinti, c'è chi crede, a ragione, che la lotta per la sopravvivenza non sia finita.
L'accento principale del romanzo, più che sulla battaglia, sembra posto sulla cieca ottusità dei governi della Terra, incapaci di reagire in modo efficace all'assalto e soprattutto colpevoli di sottovalutare l'entità del pericolo e di ignorare la profetica voce del professor Bocker, unico scienziato in tutto il pianeta a rendersi conto della gravità della situazione.
La terza fase dell'attacco è la più tremenda ed anche quella che fa guadagnare diversi punti al romanzo: le creature abissali, infatti,come arma estrema ricorreranno allo scioglimento dei ghiacciai ed il conseguente innalzamento dei mari, previsto dall'inascoltato professor Bocker (nemo propheta in patria), coglierà tutti impreparati e metterà l'umanità sull'orlo della rovina.
La soluzione finale al problema è quasi degna de "La guerra dei mondi", davvero sconvolgente nella sua banalità.
A favore del romanzo depongono sicuramente sia l'originalità dell'idea di ambientare una minaccia nel più misterioso elemento delle Terra, nelle inesplorate e inabitabili profondità oceaniche, che la capacità dell'autore di risvegliare una delle più ataviche paure dell'uomo, quella del "diluvio universale", concependo già nel 1954 una trama che da corpo ad una delle più drammatiche paure "ecologiche" dei nostri giorni e cioè lo scioglimento delle calotte polari.
L'assenza di una descrizione dei misteriosi esseri non è tanto una mancanza quanto a mio avviso un pregio che alimenta il mistero di questa vicenda, ma l'eccessiva lunghezza di alcune sequenze e labanalità del finale rovinano l'effetto complessivo e rendono il romanzo molto inferiore alle attese.

Nota: ripreso il commento del numero 307bis
 
24 Aprile 2007, 12:07:46Commento scritto da Senzabenza
Voto: 4.00
Carina l'idea, ma lo sviluppo della storia è troppo piatto senza colpi di scena o particolari idee. Non il migliore di Windham
 
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