07 Gennaio 2020, 19:28:39Commento scritto da antosimov
Voto: 9.00
L'autrice è una delle mie preferite, quindi sarò partigiano.
Il libro che tenevo in biblioteca da anni mi ha meravigliato positivamente.
Letto in pochi giorni, coinvolgente, splendido. Mi è spiaciuto finirlo e sapere che gli altri romanzi del ciclo non ritorneranno più su questi personaggi.
E' vero quello che sostiene il giudizio che mi ha preceduto, il tema è lo stesso affrontato da altri scrittori come VANCE; ma il livello della LE GUIN lo trovo superiore.
Consigliato a tutti coloro che amano  la fantascienza che travasa nella Fantasy.    
 
06 Luglio 2011, 14:13:47Commento scritto da Klaatu
Voto: 7.00
È il primo libro del ciclo Hainita di Ursula K. Le Guin, e anche il primo libro di buon successo della scrittrice americana. Per l’interesse e la molteplicità delle ambientazioni ideate nell’ambito dell'intero ciclo con grande maestria dall’autrice, il romanzo merita senz’altro di essere valutato più che positivamente per i contenuti, notandone la piacevolezza e scorrevolezza della lettura. Nella trama si possono identificare evidenti influenze dei cicli della letteratura nordica, con affinità ai miti del Valhalla, o, per restare nell’ambito della fantascienza, ad alcune delle storie di Poul Anderson ambientate negli scenari dell’estremo Nord Europeo, le personalità delineate sono quindi sicuramente affascinanti e dotate di quelle qualità “eroiche” che indicano all’uomo l’ineluttabilità del proprio destino e la necessità di compiere, a qualunque costo, la missione della propria vita, con la consapevolezza che ciascuno di noi rappresenta l'inevitabile conclusione, anche se temporanea, di tutte le azioni e la storia di coloro che ci hanno preceduto, e, contemporaneamente, premessa della storia e delle azioni delle generazioni future.
Per il resto, se si escludono alcune interessanti anticipazioni sul successivo ciclo Hainita, di cui si è già accennato, la trama è piuttosto semplice ed in parte riecheggiante altre odissee o traversate di pianeti ostili (basti pensare alla Brackett, oppure a Jack Vance, maestro assoluto del genere) già lette altrove, e se ne può accettare la conclusione un po’ insoddisfacente, per la consapevolezza (con considerazioni, però, a posteriori), di trovarci di fronte solo al tratteggio iniziale di un più grande affresco di storia galattica. Di questo libro resterà sempre vivo comunque il ricordo di Semley la Bella.
 
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