Difficile dare un giudizio al romanzo se lo si colloca nel genere "fantascienza", perché qui, tranne il protagonista scrittore di narrativa fantascientifica per l'appunto, di elementi classici del genere non ce ne sono. Ho visto che all'estero sia uscito anche un seguito, inedito in Italia, e magari lì qualche spiegazione "fantascientifica" potrebbe saltarne fuori...ma per quanto riguarda il presente romanzo, siamo davanti ad una classicissima visita all'Inferno (dantesco) con gli occhi di uno smaliziato uomo contemporaneo, scrittore per l'appunto, ma privo di qualità peculiari. La prosa asciutta tranne qualche punto poco chiaro (forse una traduzione un poco incerta ?), i personaggi delineati con sufficienza senza prolissi approfondimenti e il susseguirsi di eventi incalzanti, non provocano nessuna stanchezza nella lettura e quasi sembra di leggere un P.J. Farmer senza le classiche "impennate" disturbanti. Ma il romanzo ha comunque un fondo "disturbante", un dubbio che attraversa tutta la vicenda tormentando protagonista e lettore...un luogo simile può davvero esistere in questa o in un'altra realtà e avere un simile, atroce, scopo ? Domanda grande e assoluta che sembra fuori dalla portata di un romanzo senza pretese, ma gli autori l'affrontano con il viaggio "iniziatico" del protagonista e, seppure con una spolveratina di razionalità "teologica", danno una risposta, forse semplice, ma pur sempre una risposta a cui aggrapparsi in un universo di dolore e follia. |