05 Marzo 2012, 16:23:24Commento scritto da tehom
Voto: 6.50
Corposo volume che costituisce la prima parte di una raccolta in due tomi della migliore narrativa breve di P.K.Dick (l'altro è "I difensori della terra"), con testi che spaziano dal 1952 al 1966.
Si tratta di un ventaglio di storie piuttosto eterogenee, storie che riflettono molto bene l'evoluzione di Dick come scrittore sia nelle tecnica, sia nelle tematiche di volta in volta trasfuse nei racconti.
E' noto come Dick ai suoi inizi scrivesse moltissimo per una pluralità di riviste, e questa circostanza è facilmente verificabile dalla lettura di questi racconti. Il Nostro non disdegnava ai suoi esordi incursioni nella fantasy ("Sulla nera terra", "La macchina salvamusica") o nel fantastico puro ("Ruug", "Ora tocca al wub"). Sono opere godibili ma, in definitiva, abbastanza superficiali e non esattamente indimenticabili. C'è poi il grande filone delle opere che prendono spunto dalle conseguenze di un possibile conflitto termonuclearetra USA e URSS (una delle più grandi paranoie americane degli anni '50  e primi '60 del secolo scorso, riverberatasi inevitabilmente nella fragile psiche del giovane Dick) che è ben rappresentato da racconti come "Quelli che strisciano"(davvero agghiacciante)
"Commercio temporale" (che vede la corrosiva celebrazione del motto americano business as usual in una sua sorprendente variante), mentre nel successivo tomo incontriamo i celeberrimi "Colazione al crepuscolo" e , per l'appunto, "I difensori della terra".
I restanti racconti, a parte il notevole "Veterano di guerra" sono quelli a mio avviso più deboli. Storie come "Presidente di riserva" , "Diffidate dalle imitazioni" e "Le voci di dopo" sono o inutilmente contorte o fondate su su idee davvero troppo bislacche.
Da segnalare nell'appendice quello che è forse il miglior saggio critico su Dick apparso in Italia "Philip k. dick e l'ombrello della luce" di Angus Taylor" che vale da solo il possesso del libro e che non dovrebbe mancare nell'arsenale di ogni dickiano che si rispetti.
Molto bella anche la copertine di Thole, che riservava i suoi lavori migliori per tutto quello che era diverso dalla Sacra Collezione...
 
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