18 Dicembre 2017, 11:09:25Commento scritto da and
Voto: 9.00
2001: Odissea nello spazio
Capolavoro.
Voto 9

2010:Odissea due
Ho trovato entusiasmante questo seguito di 2001, in cui vengono spiegati i misteri del primo libro: cosa vogliono i costruttori del monolito, perchè HAL 9000 era impazzito, che fine ha fatto l'astronauta Bowman.
Molto evocative le descrizioni dei paesaggi di Giove: infatti a differenza del primo romanzo, che si svolge intorno a Saturno, qui siamo in orbita intorno al gigante gassoso, ma è proprio Clarke a darne nota nella prefazione, affermando che questo può essere considerato il seguito del film piuttosto che del libro.
Una delle poche occasioni in cui il seguito è all'altezza del predecessore, l'ennesima conferma che Arthur C. Clarke è uno dei più grandi scrittori di Fantascienza di sempre.
Voto 8,5  

2061:Odissea tre
Continua l'esplorazione del 'nuovo' sistema solare ma ho stentato a capire alcuni passaggi che risultano appena abbozzati ma che dovrebbero avere importanza capitale nel prosieguo della storia.
Più che discreto tuttavia si comincia a notare un po' di stanchezza nelle idee e nello svolgimento.
Voto 7.  

3001 Odissea finale
Romanzo conclusivo del ciclo che non aggiunge molto a dire il vero e che pare voler tirare un po' per le lunghe una saga che era ormai terminata da tempo, ma che comunque risulta godibile nella lettura.
Voto 7.
 
06 Settembre 2013, 17:30:32Commento scritto da adso
Voto: 10.00
Mi sono piaciuti moltissimo tutti e quattro i romanzi. Forse il primo (forse in ossequio al film?) un po' più degli altri. In ogni caso, letture indimenticabili
 
30 Aprile 2011, 11:04:44Commento scritto da maxpullo
Voto: 8.50
2001 odissea nello spazio. Senza alcun dubbio una delle storie più affascinanti di tutta la fantascienza: Clarke riesce in maniera magistrale ed originale non solo a spiegare l'evoluzione dell'intelligenza sulla Terra ed a raccontare una straordinaria avventura di esplorazione delle meraviglie e dei misteri del sistema solare, ma anche a dare, non so quanto volontariamente, una idea molto affascinante del divino.
I peronaggi nati dal genio suo e di Kubrik, inoltre, grazie anche alla versione cinematografica della storia, sono entrati di diritto nell'immaginario colletivo, divenendo delle vere e proprie icone della fantascienza, conosciuti ed apprezzati anche dai non appassionati del genere.
Ma, al di là di questo, il motivo principale che mi ha fatto apprezzare, anzi letteralmente "godere", questa lettura è stata l'immensa impareggiabile capacità di Clarke di saper descrivere le meraviglie del cosmo e di riuscire a raccontare tanto bene il senso di smarrimento e di stupore provato da chi se le trova davanti; un pregio questo che caratterizza gran parte della sua produzione e che rende godibile e interessante ogni sua opera.
L'unico difetto di questo rormanzo è l'inconcepibile (ed incomprensibile) "svarione" finale per cui la Discovery si attesta attorno all'orbità di una luna di Saturno, anzichè di Giove come invece accade nel film: questa discrepanza, trascurabile ancorchè si legga solo il presente romanzo, diviene grave qualora si leggano le altre storie del "ciclo".
Al di là di questo, per me questo è uno dei classici fondamentali della fantascienza di tutti i tempi ed è anche un capolavoro immortale, da leggere e rileggere a volontà per tornare bambini e godere di una indimenticabile favola che parla del nostro pianeta, dei mondi a lui vicini e delle origini della civiltà umana. (9)

2010 odissea due. A mio giudizio, non avendo ancora letto il ciclo di "Rama" e gli altri seguiti di 2001, questo è il miglior libro di Clarke in assoluto: migliore anche del primo romanzo di cui condivide tutto il fascino e la magia, ma che supera per la capacità di trasmettere emozioni.
Sin dalle prime battute non c'è un attimo di tregua per il lettore: dal fascino dell'operazione di recupero dell'astronave "Discovery", alle sorprese della vicenda dell'astronave "Tsien", fino alla riaccensione di Hal 9000 ed alla stupefacente sorpresa finale, passando per le magistrali apparizioni dello "spettro" di David Bowman, la trama procede serratissima, condotta da un maestro della fantascienza, all'apice della sua vena creativa.
Il romanzo è tra l'altro assai più fedele alla sceneggiatura del film diretto da Peter Hyams di quanto no lo fosse il primo capitolo rispetto al film di Kubrik. Ciò crea senza dubbio qualche "piccolo fastidio iniziale" per le discrepanze che ci sono tra la fine di 2001 e l'inizio del presente volume, ma il fatto è assolutamente trascurabile di fronte al meraviglioso kolossal che Clarke proietta davanti agli occhi della nostra mente.
Personalmente ho riscontrato un unico "difetto", anche se non è proprio corretto chiamarlo tale: la figura di Hal 9000 mi è parsa forse un po' opaca, sbiadita e meno efficace rispetto a quella che giganteggia nel lungometraggio, ma essere innamorati del film, delle sue battute e della sua poesia, non deve significare sminuitre uno dei libri più belli di fantascienza mai scritti. Tra l'altro nel volume non si riscontra quell'artefatto clima da "guerra fredda" che invece era una delle caratteristiche meno originali del film.
Ancora  una volta, comunque, Clarke riesce a sorprenderci, reglandoci una favola in cui non solo l'uomo non è più il protagonista assoluto del creato, ma in cui deve iniziare a fare i conti con un cosmo che gli può riservare più sorprese di quante riesca anche lontanamente ad immaginare.
E, visto che un solo romanzo non può bastare per contenere tutte queste sorprese, Clarke, da bravo scrittore, conclude il suo libro con una immagina volutamente poetica degli Europeani, della loro nascente civiltà, che volutamente o incidentalmente richiama le pagine iniziali di 2001: sembra quasi che nel farlo egli stia idealmente chiudendo un cerchio, ma in realtà, proprio dalle ultimissime parole scopriamo che la figura da lui disengata è bensì una spirale aperta, la cui traiettoria ci proietta verso nuove storie la cui bellezza possiamo solo vagamente intuire. Grazie Clarke! (9,5)

2061 odissea tre. Ottimo romanzo che sfrutta abilmente la fortunata scia di 2001 e 2010 per proporre una storia tutto sommato avvincente anche se con molto meno mordente rispetto ai due episodi precedenti.
Come di consueto, Clarke propone una trama ricca di avvenimenti e di quel "sense of wonder" che caratterizza gran parte della sua produzione, ma senza brillare in maniera particolare, riproponendo in una diversa ottica e ambientazione una situazione simile a quella narrata in "Polvere di luna".
Si rimane a bocca aperta di fronte allo spettacolo offerto dalla cometa di Halley e si resta senza fiato contemplando la maestosità del Monte Zeus o la sconvolgente ricchezza di vita organica nell'oceano del mondo "proibito" di Europa, ma, se si va a stringere il romanzo è davvero tutto qui, nella grande capacità di Clarke di saper descrivere le meraviglie del cosmo, al punto che, solo al termine della lettura, si scopre che si è fatto un passetto davvero minuscolo nel percorso di rivelazione del mistero che avvolge le entità note come il "monolito".
Il finale è molto rapido ed inoltre sfrutta un po' troppo parole, descrizioni ed immagini dei primi due romanzi, ma alla fine della lettura non si può non ammirare l'arte di un grande maestro dell'intrattenimento e soprattutto non si può non dare una ottima valutazione al suo libro. (8,5)

3001 odissea finale. Ci sono cose tristi che purtroppo devono succedere: per squallidi motivi di business anche Rocky Balboa ogni tanto deve ritornare sul ring a dimostrare quello che vale a distanza di decenni ed a questa assurda necessità non sfugge nemmeno il povero Clarke, costretto (voglio sperare suo malgrado) a distruggere con questo mestissimo ultimo capitolo, uno dei sogni più belli mai fatti dalla fantascienza sul futuro dell'umanità.
Già 2061 era ben lontano dalla maestosità di 2001 e 2010, ma almeno aveva il pregio di lasciare intatte le speranze ed i sogni per il futuro e di non raccontare una storia tanto insensata quanto inutile e crudele come questo 3001.
Sinceramente ho fatto fatica a mandar giù il colpo di scena iniziale, con il "fortuito recupero" di quelo che sarà protagonista del libro, ma alla fine sono riuscito a superare lo chock pregustando chissà quale rivelazione dovesse darci questo capitolo conclusivo.
Ma la scialba missione del "protagonista" sulla solita Europa, le medesime descrizioni che già erano apparse nei volumi precedenti e soprattutto il miserrimo e sciagurato finale mi hanno lasciato un velo di tristezza e delusione (che spero sbiadirà con il tempo), facendomi anche comprendere perchè questo capitolo conclusivo della saga abbia avuto, diversamente dai precedenti, una sola edizione.
Unica nota positiva è l'interessante riflessione sul rapporto tra uomo e religione che accompagna quasi tutta la lettura e che si conclude con il rapido "deicidio" che sfregia i capitoli finali.
Bisogna però intendersi: il giudizio è completamente negativo solo se il libro viene paragonato agli altri precedenti; se invece lo prendiamo come un romanzo a se stante, ignoriamo che interi paragrafi siano ripresi di sana pianta dai volumi precedenti e soprattutto se non accompagnamo la lettura a grandi aspettative, allora, come di consueto, sarà bello essere guidati da un Clarke forse un po' fuori forma, ma pur sempre scrittore di razza, alla scoperta di cosa il futuro ha in serbo per l'uomo. Ed il risultato sarà un libro senz'altro discreto.
La mia unica speranza è che nessuno scrittore di SF in futuro si senta in dovere di prendere l'eredità di Clarke, aggiungendo un ulteriore (inutile) capitolo alla saga. (6,5)
 
10 Febbraio 2006, 13:15:01Commento scritto da Darkyo
Voto: 9.50
Immortale! Fantastica la raccolta in un unico volume dei celebri romanzi di Clarke, peccato che il primo romanzo sia ambientato su Saturno, mentre i successivi tre si basano sulla sceneggiatura del film di Kubrick (altro immenso capolavoro del cinema e del cinema di fs) ambientata su Giove. Comunque, da leggere!
 
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