30 Settembre 2014, 12:51:35Commento scritto da Arne Saknussemm
Voto: 8.50
Ancora uno splendido romanzo del grande Clifford D. Simak !!
Ambientato su una Terra sovrappopolata  il cui destino sembra essere quello di venir ricoperta da un'unica, grande costruzione che dovrebbe ospitare miliardi di esseri umani, una Terra che comunque non basta: gli esseri umani abiteranno anche sul fondo degli oceani, dentro grosse cupole, abiteranno nel sottosuolo, abiteranno su satelliti artificiali in orbita...ed un giorno conquisteranno altri pianeti .... e lo spazio non sarà mai abbastanza ... mai... perchè l'uomo è alle soglie dell'immortalità !
E la situazione è talmente critica che l'unica reale possibilità per il futuro sembra essere quella di dominare il tempo: migrare nel tempo per colonizzare il passato ed il futuro.
La vicenda ruota intorno al "Centro dell'eternità", una fondazione privata che di fatto ha più potere di qualsiasi Stato sovrano esistente sulla Terra, ed il cui compito è proprio quello di vigilare sui corpi ibernati e far si che al momento della morte un pronto recupero del corpo ne permetta la conservazione.
Tra giochi di potere, corruzione, contestazione, credenze religiose, matematica aliena , ricerca di se stessi e del divino, paesaggi urbani degradati e paesaggi selvaggi post-apocalittici; una storia con un buon ritmo che si lascia leggere velocemente e che tocca quello che è il tema dei temi, la grande domanda finale: cos'è la vita ? Perchè viviamo?
E ancora: C'è qualcosa dopo la vita ? Qual'è il nostro posto nell'Universo... sempre che ne abbiamo uno? Siamo padroni del nostro destino ? Artefici della nostra fortuna ?

«È così, sempre?» domandò l'uomo. «Si dà la caccia alla verità, e si trova una preda che è una trappola. Si trova qualcosa che non è la verità, ma la si prende perché è meglio che non trovare niente.»


Un bellissimo romanzo, trama veloce e coinvolgente con passaggi che sanno essere fortemente inquietanti ed oscuri, un tuffo nell'animo umano ... un tuffo senza salvagente !!

 
08 Febbraio 2012, 13:43:32Commento scritto da maxpullo
Voto: 9.50
L'aspirazione alla vita eterna è da sempre una costante nella storia umana; che questa prosecuzione della propria vita sia realizzata attraverso la memoria delle proprie opere, attraverso la propria discendenza, oppure attraverso la fede in una esistenza futura dopo la morte non ha importanza: quello che conta davvero è che l'uomo, diversamente dalle altre creature, ha da sempre immaginato la vita come un punto di passaggio, nutrendo le speranze più diverse su quello che avrebbe trovato dopo la morte.
Generalizzando potremmo dire che è proprio questa speranza a rendere l'uomo così diverso dalle altre creature e che è proprio questa speranza a consentirgli di andare avanti nella vita terrenza pur senza trovare risposte ai quesiti fondamentali che si è sempre posto: chi siamo? da dove veniamo? dove stiamo andando?
Simak è riuscito a cogliere tutte le possibili sfumature di questa speranza, a rielaborarle in maniera intelligente e non banale, nascondendole nelle pieghe di una storia semplice e meravigliosa ed a consegnarci una piccola grande perla della fantascienza, uno di quei libri "speciali" che ti rapiscono per quello che sanno raccontare e per la profonda sensazione di verità che traspare da ogni pagina.
Perchè richiamarli dal Paradiso? La frase dei Santoni che da il titolo al romanzo non è solo uno slogan contro chi ha la pretesa di promettere la vita eterna, ma è anche l'intelligente risposta, l'unica che possiamo ragionevolmente cercare di dare a questa nostra vita terrena ed a chi ci tenta con proposte che sovvertono ciò che sappiamo essere il vero senso della vita.
I personaggi, le storie che vivono e l'allucinante sfondo futuro in cui si muovono (forse peggiore di quello di "Fahrenheit 451" o di "Gladiatore in legge"), colpiscono il lettore e lo coinvolgono con una forza impressionante: Simak è riuscito a fare poesia sfruttando il sentimento più profondo e radicato nell'animo umano, l'aspirazione all'infinito, e, senza aver la pretesa di insegnarci nulla e senza nessun fine didattico, ci fa vedere (o rivedere) la bellezza che deriva dall'ordine del creato e dal ciclo stesso di vita/morte/rinascita. Un libro indimenticabile, tra i migliori che abbia mai letto.
 
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