21 Febbraio 2012, 17:18:05Commento scritto da maxpullo
Voto: 8.50
Romanzo straordinario e davvero sopra le righe.
Merrit fa, in qualche maniera, il verso a Lovecraft, ma lo fa in modo assolutamente originale al punto che solo chi conosce bene l'intera produzione del grande visionario di Providence può ravvisare questa assonanza di stile.
Leggendo questo romanzo ho avuto le stesse sensazioni che mi hanno dato capolavori come "La maschera di Innsmouth", "Il richiamo di Chtulhu", "I topi nel muro", ma senza che nessun elemento di questi racconti fosse presente nel testo di Merrit: la spiegazione? Merrit è riuscito a scrivere una storia in piena autonomia prendendo in prestito solo alcuni elementi dello stile di Lovecraft, come i paesagi tetri, l'orrore nascosto tra le pieghe della realtà quotidiana, le suggestioni ipnotiche, i riti malvagi per l'evocazione di antiche e malvage divinità pagane.
Diversamente dagli altri epigoni di Lovecraft che si sono limitati ad appropriarsi delle sue immagini (Fritz Leiber su tutti), Merrit ha saputo far tesoro dell'esperienza di HPL rielaborandone forma e contenuti e sviluppando un qualcosa di completamente diverso anche se assonante (un po' come fece anche Robert Bloch).
Tutta la trama, sino alla conclusione della storia, sembra svolgersi su due diversi livelli senza alcuna coordinata per riuscire a capire quale sia la giusta interpretazione degli eventi che si verificano.
Un livello è quello dell'incubo e del puro orrore espresso dal mistero delle ombre e dalla stregoneria, elementi questi che sembrerebbero inquadrare il romanzo nella narrativa horror; l'altro livello, invece, è quello razionale, quello delle memorie ataviche che viaggiano nel genoma e che sono trasmesse al sangue dei discendenti e dell'ipnotismo che è in grado di risvegliare queste memorie, un piano narrativo che, fornendo spiegazioni "razionali" ai fenomeni di cui il protagonista è testimone, contribuisce a dare spessore alla vicenda, ad aumentarne il fascino ed a rendere non più così certa l'attribuzione al genere horror.
Anacronismi a parte (telegrammi e lettere al posto di sms ed email), questo - per me - è un capolavoro.
 
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