19 Maggio 2010, 23:22:46 | Commento scritto da maxpullo |
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In questa seconda raccolta Young si conferma veramente degno dell'appellativo di "poeta delle stelle": in ogni suo racconto, infatti, egli riesce ad utilizzare un linguaggio e delle immagini che conquistano il lettore, creando con lui un rapporto di vera e propria complicità, conducendolo per mano alla scoperta di mondi e storie sempre in bilico tra il sogno e la realtà, quasi delle vere e proprie favole. Il primo racconto, "L'albero" è sicuramente una storia a sfondo ecologista che ci insegna che, quando si perde il senso del proprio rapporto con la natura, le conseguenze non possono che essere drammatiche. Originale e toccante la scissione che il protagonista vive ad ogni calar del sole: il suo io diurno è prigioniero nel proprio ruolo di carnefice, mentre il suo io notturno, più sensibile e più incline alla pietà per l'albero e la driade che ne rappresenta lo spirito, è destinato a soccombere ogni volta che sorge l'alba. "I passi dei grandi" è un piccolo breve capolavoro che, attraverso la vicenda di una bambina che impara a leggere, ci insegna a guardare in modo diverso il mondo degli adulti. Un racconto crudele e toccante allo stesso tempo. Nel terzo racconto, "La stella del desiderio", Young riesce a conciliare la visione della fantascienza con quella della filosofia di Kant, producendo un racconto che, sebbene di difficile lettura ed interpretazione, si rivela ricco di fascino ed originalità, con un finale che non mancherà di stupire. "Quel che successe su Venere", invece, è un racconto gradevole ma irrimediabilmente figlio del suo tempo. Concepito e scritto all'epoca della guerra fredda il racconto non si discosta molto dai clichè dell'eterna contrapposizione Russo-Americana e risulta ancora leggibile esclusivamente per l'atmosfera di bella favola a lieto fine che Young gli ha saputo infondere. Nel racconto conclusivo, "I miei occhi hanno visto la gloria", Young mette un po' di tutto: dalle distorsioni spazio temporali ai paradossi, dalla religione al mito e ne scatursice un racconto forse un po' confuso, ma sicuramente bello e suggestivo, soffuso di quella poesia che pervade un po' tutti i suoi racconti e che li rende speciali anche se la storia non convince magari sino in fondo. Ancora una volta stupenda ed appropriatissima la copertina del pittore Antonio Atza. Una ottima antologia in tutto e per tutto. L'albero - 7,5 I passi dei grandi - 9 La stella del desiderio - 7,5 Quel che successe su Venere - 6,5 I miei occhi hanno visto la gloria - 7 Copertina - 10 | |||||||
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