11 Maggio 2010, 14:43:45 | Commento scritto da maxpullo |
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Ironia e tenerezza, scrive la Rambelli nella prefazione, sono le principali caratteristiche dei racconti di Robert Franklyn Young, pubblicati e raccolti per la prima volta dalla collana Galassia in questa bella antologia in due volumi. In effetti, le storie di Young, più che racconti di fantascienza sembrano quasi delle vere e proprie favole, ciascuna con una sua morale e ciascuna con un suo messaggio, che ricordano molto da vicino le storie di O'Henry. In quasi tutti i racconti traspare la nostalgia per i bei tempi andati ed una velata, ironica, critica all'uomo per aver "sciupato" e forse perduto dei valori unici che non sempre è possibile recuperare, o lameno non completamente. E' questo il principale argomento alla base della storia eponima d'apertura "Trenta giorni aveva Settembre", delicato e intelligente elogio della scuola e della cultura di una volta che si vanno perdendo per effetto del dilagare della "telescuola", un metodo di insegnamento di massa il cui risultato ultimo è però l'ignoranza. Ma non mancano nell'antologia anche racconti di fantascienza nel vero e proprio senso della parola, divertenti e suggestivi esempi di come Young abbia la rara capacità di riuscire a riscrivere episodi storici come la vicenda di Giovana d'Arco (nel racconto "L'Arc de Jeanne") o la storia dell'antico Egitto (nel racconto "Progetto Piramide"), creando racconti suggestivi, affascinanti e ricchi di spunti interessanti. Nel terzo racconto, "I fuggitivi", l'argomento centrale è il controllo delle nascite: Young immagina un una ipotetica società futura cui avere bambini senza autorizzazione può essere un reato e ci descrive l'allucinante epopea di una coppia vittima di un errore autorizzativo, costretta a nascondersi non già dalle autorità (responsabili dell'errore), quanto piuttosto dalla gente comune. Ancora la riscoperta dei veri valori della vita è l'argomento centrale dello struggente "Straccio", curiosa e triste storia in cui fa la sua apparizione, per la prima volta in una storia di SF, un adorabile e affettuoso "canscomparso", un particolare tipo di cane in grado di teletrasportarsi. La bestiola dalle orecchie a straccio, dalla coda a spirale e dagli occhi adoranti, non solo da il suo nome alla storia, ma il suo sacrificio sarà anche l'evento che farà ricordare (o forse scoprire) al protagonista quali siano i veri valori dell'esistenza, consentendogli di avere una seconda occasione di felicità. Anche il racconto conclusivo "Il gioco nuovo", che è a mio avviso il migliore dell'antologia, riguarda la perdita di valori: in un civiltà in cui gli uomini hanno raggiunto elevati livelli di automazione e di benessere, il nemico principale è la noia. E chi ha l'obbligo di governare questa civiltà arriva allora a domandarsi se convenga proseguire ad inventare continuamente nuovi giochi e distrazioni per la gente oppure se non sia meglio un seppur fittizio "ritorno alle origini", in cui i weekend non erano di 5 giorni... Una menzione speciale merita poi la copertina di Lastraioli, perfetto connubio tra la bellezza e delicatezza dell'orchidea con la fredda perfezione della sfera, quasi a simboleggiare la riscoperta di valori celati sotto la fredda superficie della quotidianità. - Trenta giorni aveva Settembre - 8 - L'Arc de Jeanne - 7,5 - I fuggiaschi - - Progetto Piramide - 7 - Straccio - 7,5 - Il gioco nuovo - 8,5 Copertina del volume: 10 | |||||||
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