02 Gennaio 2019, 23:07:54Commento scritto da and
Voto: 8.00
Mi è piaciuto parecchio e non l'ho trovato per nulla noioso: una trama onirica come quella trattata in questo romanzo rappresenta il terreno ideale su cui lo stile di Zelazny può svilupparsi appieno.
 
25 Giugno 2015, 19:18:37Commento scritto da Arne Saknussemm
Voto: 6.00
Il romanzo non mi è piaciuto un granchè, oggi risulta un pò datato e non ha un gran ritmo (e questo è probabilmente legato al fatto che la novella è stata allungata per farne un romanzo); per di più per apprezzarlo come si deve servirebbe almeno una infarinatura di psicologia, psichiatria classica ed un minimo di conoscenza delle teorie psicoanalitiche (cosa che a me manca); inoltre i temi presenti in "Il Signore dei Sogni" sono stati abbondantemente sviluppati in seguito da diversi autori e questo toglie al romanzo, per lo meno agli  occhi del lettore di oggi, gran parte del suo fascino.
Tuttavia è innegabile l'importanza storica di questo testo, sia dal punto di vista dei contenuti che da quello dello stile e del linguaggio. E' degno di nota il fatto che Zelazny descrive, già nel lontano 1966, la realtà virtuale (o per lo meno qualcosa di molto simile).
 
27 Maggio 2011, 13:09:10Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.50
Esprimere un giudizio su questo romanzo, universalmente considerato come uno dei capolavori di Zelazny, è piuttosto difficile; di primo acchitto l'aggettivo più calzante che riesco a trovare è "insolito".
Volendone dare una valutazione piuttosto riduttiva si potrebbe dire che la sua trama è piuttosto scarna e poco articolata e che, di fatto, esso si limita a raccontare la cronaca del fallimento di una terapia psicanalitica o, meglio, la cronaca del fallimento di un esperimento rischioso che sfugge di mano al protagonista, incapace di controllare il suo interesse tanto scientifico quanto umano per una sua graziosa paziente.
Ma se ci limitassimo a questo faremmo un grave torto all'intelligenza dell'autore che ha saputo invece nascondere nelle maglie di una trama così apparentemente semplice e scontata numerosi concetti psicanalitici, resi non soltanto attraverso i continui riferimento a Freud e Jung, ma anche attraverso le parole ed i comportamenti dei personaggi.
Altro motivo di pregio del libro è rappresentato dal linguaggio attraverso cui l'autore riesce a descrivere in modo pressochè perfetto i sogni vissuti dai protagonisti ed a rendere quasi tangibile tutta l'assurda coerenza del contesto onirico in cui si trovano a vivere, sino alla drammatica conclusione.
Per alcuni aspetti, principalmente per la possibilità di condividere le esperienze oniriche di altri soggetti, mi ha ricordato il film "The cell", un fanta-thriller per niente malvagio visto tempo fa in cui una insolita Jennifer Lopez nei panni di una detective era costretta ad entrare nell'inconscio di un serial-killer per scoprire dove teneva prigioniere le sue vittime: nl film i passaggi dal sogno alla realtà sono altrettanto repentini come nel romanzo di Zelazny e del resto è proprio così, nessuno si accorge mai davvero del passaggio dal sonno alla veglia...
Insomma, forse l'autore avrebbe potuto approfondire un po' di più la psicologia dei suoi personaggi, arricchire un po' di più la trama, sviluppare meglio l'argomento dei cani mutanti, ma tutto sommato anche così questo rimane un bel libro, coinvolgente, che si legge tutto d'un fiato e che induce tante riflessioni sull'animo dell'uomo, sulla sua psicologia, sui suoi obiettivi, sulla sua solitudine.
Più che buono
 
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