I difetti del terzo romanzo del ciclo (Ender III: xenocidio) vengono qui amplificati. I personaggi, tutti o quasi insopportabili, ognuno a modo suo moralista e saccente, si abbandonano a sfrugugliamenti introspettivi (una frase, dieci righe di analisi). Peccato che nel suo desiderio di scrivere fantascienza adulta Card non approfondisca le questioni teoricamente chiave (la natura dell'anima e il rapporto con la fede) e quando tratta di sentimenti veri e non semplici problemi relazionali suona falso e superficiale. Per finire, stendo un velo pietoso sulle soluzioni demiurgiche. Che dire? Proprio non mi è piaciuto. Il ciclo era iniziato benissimo, ma la caduta è stata verticale. Meglio fermarsi a "Il gioco di Ender" (davvero bello), visto che i successivi tre romanzi sono in reltà le parti di un unicum. |