05 Maggio 2018, 08:35:32Commento scritto da Rocheta
Voto: 8.50
E' inevitabile fare un confronto tra questo romanzo e quello altrettanto famoso di Robert Heinlein: "Fanteria dello spazio". A mio avviso "Guerra eterna" è leggermente superiore all'altro perché mette in luce l'assurdità della guerra in tutte le sue forme, criticando la retorica che inevitabilmente contamina tutti gli ambienti militari, e che è presente in dosi massicce nel romanzo di Heinlein.
 
08 Gennaio 2015, 17:27:37Commento scritto da wawawa
Voto: 8.50
Non posso che confermare la bontà di questo libro. Consigliatissimo.
 
13 Novembre 2012, 09:02:44Commento scritto da Arne Saknussemm
Voto: 7.50
Gran bel romanzo.
Al di là della critica ai regimi militari e delle (ovvie) considerazioni sulla guerra, per altro non particolarmente originali, mi hanno colpito sopratutto le analogie tra il sistema sociale immaginato da Haldeman ed il nostro. Un "sistema" che si nutre della vita degli uomini, esseri umani come metaboliti necessari alla sopravvivenza di un essere supremo chiamato "stato delle cose". Un essere che si evolve...per diventare infine un "mostro".
E visti i tempi che corrono questo aspetto mi sembra davvero molto attuale nonchè molto più azzeccato e di impatto rispetto alla solita morale sulle guerre.
Molto belle anche le tecnologie e le applicazioni tecnologiche descritte da Haldeman.
Anche lo stile è accativante, schietto, crudo.
Molto bello, anche se a mio avviso manca qualcosa per poterlo definire "capolavoro".  
 
09 Ottobre 2012, 21:54:58Commento scritto da maxpullo
Voto: 6.00
Leggendo i commenti degli altri mi viene da pensare di aver letto un altro romanzo.
Personalmente ho trovato il libro per lunghi tratti mortalmente noioso e sostanzialmente inutile: certamente di tutt'altra pasta rispetto a "Fanteria dello spazio" con cui condivide esclusivamente l'ambientazione militaresca senza però lontanamente sfiorarne la profondità ed il senso.
L'unico spunto interessante che ho trovato nel romanzo è quello riguardante la vicenda temporale del protagonista che, a causa degli effetti relativistici, si trova a vivere una sorta di "fast forward" del conflitto, partecipando a pochissime azioni nell'arco di un millennio e divenendo spettatore di quello che dovrebbe essere il futuro dell'umanità. In questo ci ho rivisto alcune delle idee del Silverberg di "Le due facce del tempo".
Il finale, poi, piuttosto banale e semplicistico (come tutto il resto) sembra quasi un voler portare alle estreme conseguenze il tema tanto caro a Lem dell'impossibilità di comunicare con razze troppo aliene ed ha il difetto di voler fare una facile morale nemmeno troppo velata.
Sinceramente non ho trovato nel romanzo nulla di esaltante e solo lo stile ironico e divertente di Haldeman fa guadagnare qualche punticino in più al libro evitandogli una bocciatura.  
 
22 Ottobre 2011, 19:00:02Commento scritto da PabloE
Voto: 9.50

La guerra vissuta da un soldato che l'abietta (Mandella nel romanzo come Haldeman in Vietnam).
La guerra vista dalle varie scale gerarchiche, con soldati di varie epoche, con condizionamenti psicologici e genetici e personalità diverse.
La guerra che ti obbliga a lasciare il tuo mondo natìo per poi ritornarci decenni, secoli dopo (colpa di Fitzgerald e della sua contrazione) senza riuscire a riconoscerlo, come se fossi in un mondo alieno, come se tu fossi l'alieno.
La guerra che ti porta lontano dai tuoi affetti e che li fa morire lontano da te anni luce.
La guerra che ti fa sterminare altri esseri viventi contro la tua volontà e che ti porta ad odiare te stesso.
La guerra che ti frega più volte e in un modo o nell'altro ti riporta sul campo da battaglia.
La guerra che uccide.
La guerra, uno strumento economico da millenni.
La guerra, sempre uguale, sempre la solita, sempre causata dalle stesse motivazioni sia che si tratti del Vietnam del 1970 o di Alpha-1 del 2050.
 
22 Maggio 2007, 11:27:56Commento scritto da Lazarus
Voto: 8.50
un ottimo lavoro si legge in un fiato, gustoso e appassionante. Vale la pena di rileggerlo e consigliarlo.
 
28 Aprile 2006, 16:23:19Commento scritto da francibass
Voto: 8.50
Romanzo la cui lettura è veramente veloce e fluida ma non scade mai nel banale o nel già letto, nonstante non sia stato scritto negli anni d'oro. I personaggi sono riusciti e soprattutto i protagonisti offrono un buon spaccato degli anni 60/70. Interessanti le intuizioni sulla vita del futuro - soprattutto sulla droga e sull'omosessualità - ma soprattutto avvincenti le cronache di vita militare, battaglie comprese, che sono rese pseudo-realisticamente senza esagerare con la tecnologia. Una volta letta la nota biografica di Haldeman non si può fare a meno di costruire paralleli con la tragica esperienza del Vietnam: una guerra che allo stesso modo ha una motivazione sconosciuta e vede i soldati come macellai al servizio di ordini senza significato. La carneficina è dietro l'angolo e viene provocata solo per ignoranza o perché la droga vuole il suo tributo di orrore. L'elemento più intrigante - e si rivelano i temi della paura del futuro e il triste destino dei reduci - è la dilatazione temporale provocata dai balzi iperspaziali delle missioni: il protagonista Mandella si ritroverà in un mondo cambiato, alieno più dei suoi stessi nemici, nel quale ogni punto fermo è saltato e nessuna speranza di riscatto dalla guerra può venire offerto.
Il confronto con Fanteria dello spazio di Heinlein è inevitabile ma i temi, e i tempi, sono quanto mai diversi. Se Heinlein descrive chi della carriera militare ha fatto una ragione di vita con assoluto pragmatismo, Haldeman narra di chi combatte per necessità e non aspetta altro che di tirarsene fuori quanto prima, pur sapendo di non avere nessuna vera alternativa.
 
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