13 Marzo 2023, 11:02:33Commento scritto da Arne Saknussemm
Voto: 8.50
(21/06/2013)
E' proprio fantascienza? Boh, ma non importa.
E' scientificamente non plausibile ? Forse.
Mi ricorda un pò il Verne del "centro della Terra", lo Swift di "Gulliver", il Tenn de "Gli uomini nei muri" (tutto made in Europe ...).
E' un'avventura che ti prende e ti trascina via, non lascia spazio a supposizioni o ipotesi dal momento che non c'è una base scientifica/razionale sulla quale basarsi quindi non puoi non andare avanti avidamente nella lettura.
L'immagine di un sistema solare morente, dove Terra e Luna sono avvolte in delle specie di "ragnatele" è davvero forte, da proprio l'idea di un pezzo di universo dimenticato da Dio, fuori dalle logiche di un universo che vive.
La storia narrata ci mostrerà anche che in realtà non c'è morte ma un ciclo continuo nel quale si alternano stadi diversi.
La vicenda è piena di strampalate, improbabili, affascinanti creature e di invenzioni fantasiose e di forte impatto.
Non so se lo metterei tra i 50 romanzi di SF più belli e/o significativi di sempre, ma è un romanzo bello e godibilissimo.
 
13 Settembre 2017, 18:00:49Commento scritto da Fedmahn Kassad69
Voto: 7.00
Miliardi di anni nel futuro, un sole esausto che sta per trasformarsi in una supernova ed annientare quindi l'intero sistema solare, la terra che non gira più sul proprio asse, per cui una faccia del pianeta è costantemente immersa nelle tenebre, mentre la faccia illuminata è invasa da una vegetazione mutata e predatrice che ha quasi del tutto soppiantato la vita animale.
L'uomo regredito alla stregua di una piccola creatura arboricola impegnata in un'estenuante e disperata lotta per la sopravvivenza in un ambiente alieno.
Avventure a briglia sciolta e fantasia a piene mani per questo libro che affascinerà sicuramente il lettore, regalandogli ore di sano divertimento a patto di tollerarne l'assoluta inverosimiglianza scientifica.
Unica cosa che non sono riuscito a tollerare è stata la trasformazione del Ficus benghalensis comunemente detto Baniano (nel romanzo è un immensa pianta mutante che ha addirittura colonizzato interi continenti) una pianta dalle foglie larghe sempreverdi, caratterizzata dalle cosiddette radici aeree, che nella traduzione italiana diventa un Fico d'India (Opuntia ficus indica) ovvero un cactus, ma si può?
 
07 Settembre 2013, 02:26:44Commento scritto da fabri
Voto: 5.00
sopravvalutato
 
22 Febbraio 2011, 16:50:47Commento scritto da dvmauro
Voto: 7.00
 
31 Maggio 2010, 17:19:50Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.00
Questo romanzo farebbe impallidire Jules Verne.
Si può affermare senza timore di smentita che superi così abbondantemente il limite concesso ad una storia di fantasia al punto che, dopo pochissime pagine, smette di essere un libro di fantascienza per divenire una favola vera e propria. Quando si constata definitivamente che le trovate dell'autore non hanno il benchè minimo appiglio biologico, nè la più pallida ombra di verosimiglianza o di attendibilità, si hanno due strade: o si ripone il volume in libreria e lo si bolla con un votaccio oppure si prosegue la lettura senza più alcuna remora per la pura curiosità di scoprire fino a che punto la fantasia umana possa essere spinta senza alcun freno. Io, nonostante la forte tentazione di abbandonare, ho scelto la seconda strada e devo dire che se lo si legge senza troppi pregiudizi, questo non è affatto un brutto libro.
Certo ce ne vuole già molta di fantasia per immaginare che in un lontano futuro, la rotazione della Terra si arresti e che creature vegetali si evolvano ad imitazione degli altri ordini di esseri viventi come insetti, uccelli e mammiferi, ma credo che neppure nei racconti del barone di Munchausen si sia mai parlato di escursioni tra la Terra e la Luna lungo ragnatele tessute da piante evolutesi a guisa di aracnidi.
Eppure, la linearità della trama e l'epica sfida alla natura di una umanità sull'orlo dell'estinzione, nonostante il folle alternarsi dei personaggi sulla scena, frenetico quasi al punto di rendere difficile individuare un protagonista, conquistano il lettore pagina dopo pagina e lo portano a concentrarsi più sull'avventura descritta che non sulle probabilità che un simile futuro possa essere o meno plausibile, sino al punto che il romanzo inizia a scorrere piacevolmente.
E' vero che a volte la realtà supera l'immaginazione, ma credo che per riuscire nell'impresa di superare quanto descritto da Aldiss in questo romanzo, la realtà dovrebbe davvero fare i salti mortali; nonostante tutte le sue follie e le sue ingenuità, tuttavia, proprio non mi sento davvero di stroncare questo classico e, tutto sommato, mi ritengo soddisfatto della lettura.
 
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