13 Dicembre 2013, 12:49:59 | Commento scritto da Fedmahn Kassad69 |
| |||||
Il volume raccoglie i primi due episodi del ciclo della Terra Morente, ossia i primi 6 racconti del ciclo che vagamente collegati tra loro formano, per l'appunto, la raccolta chiamata La Terra Morente, segue poi il romanzo Cugel l'Astuto. Robert Silverberg nella presentazione di questo volume definisce Jack Vance un pittore, ebbene mai definizione fu più azzeccata, in una Terra di un futuro talmente lontano da essere inimmaginabile, dove un sole sempre più pallido sta per spegnersi, e creature aliene, vuoi frutto di mutazioni, vuoi provenienti da altri mondi, vagano sul piante a a caccia di un'umanità ormai numericamente rarefatta; Vance dipinge a briglia sciolta paesaggi desolati ed affascinanti ove la civiltà è ritornata ad un livello medievale e dove i maghi, gli unici a saper ancora intuire il funzionamento di tecnologie ormai ai più incomprensibili sono la classe dominante, quindi più che fantascienza, si potrebbe definire questo libro un'opera di science fantasy. I racconti della Terra Morente sono piuttosto acerbi anche se lo stile letterario è decisamente raffinato e reso, credo, brillantemente dal traduttore Gianluigi Zuddas, a mio parere i migliori sono gli ultimi due, Ulan Dhor e Guyal di Sfere, che offrono un'ambientazione simile a quella proposta decenni più tardi da autori come Stephen King ne il ciclo della Torre Nera o da Terry Brooks nella Saga di Shannara. Quando si passa al romanzo Cugel L'Astuto, si nota un'evoluzione delle capacità artistiche dell'autore, che, maggiormente padrone dei ferri del mestiere, ci offre le picaresche avventure di Cugel, un ribaldo matricolato, amorale e insieme sprovveduto, che, colto sul fatto dal mago Iocounu mentre sta tentando di trafugare dalla sua casa una serie di preziosi artefatti, viene condannato, per espiare le sue malefatte, ad una autentica odissea per recuperare un prezioso manufatto agognato dal mago. Lo stile rimane raffinatissimo, nel romanzo i personaggi vengono ritratti con poche pennellate, non vi sono approfondimenti psicologici, descrizioni sterminate di popoli, luoghi, usi e costumi; non vi sono neanche situazioni narrative usate come pretesto per criticare aspetti della società moderna, nulla di tutto questo, solo sana e sfrenata avventura. Libro per me consigliatissimo. | |||||||
22 Aprile 2005, 19:58:49 | Commento scritto da vinmar |
| |||||
Libro di grande melanconia, un Vance in buona vena che tratteggia un futuro che sembra il passato.Gradevole ve lo consiglio | |||||||
Utenti cui piace il libro |
Utenti cui non piace il libro |