Probabilmente incoraggiato da commenti positivi sulla fantascienza adulta (leggi: approfondimenti psicologici dei personaggi), nel terzo romanzo del ciclo Card preme l'acceleratore. La lettura si fa più lenta e a tratti noiosa. Non mancano le idee originali, ma il finale appartiene alla fantametafisica più che alla fantascienza. E parlare di un demiurgo che risolve i problemi con uno schiocco di dita, semplicemente desiderandolo, non è affatto fuori luogo. La domanda è se l'autore abbia pensato fin dall'inizio un finale del genere, oppure si sia cacciato in un vicolo cieco coll'avanzare dello scritto. Propendo per la seconda ipotesi. |