26 Agosto 2020, 20:34:34Commento scritto da adso
Voto: 7.50
Un King che, quasi quasi, non mi sarei aspettato. Sapevo che si trattava di un romanzo ispirato a Sheckley (direi più al racconto “Il premio del pericolo” piuttosto che a “La settima vittima”), ma lo sviluppo ha preso una direzione diversa rispetto a quella che lasciavano presagire le premesse. Per certi versi credevo mi sarei ritrovato a leggere una specie di variante rispetto a “La lunga marcia”, ma le due opere non potrebbero essere più diverse.
Infatti, se nel primo romanzo il nemico è sempre presente e tangibile, in questo è meno direttamente visibile, anche se dannatamente subdolo e ben radicato nelle menti delle persone.
Sto parlando dell’informazione e della sua capacità di veicolare e plasmare le idee nonchè, di conseguenza, i comportamenti di massa.
Questo perchè chi detiene il potere ha la necessità di distogliere l’attenzione della gente da quelli che sono i problemi più pressanti come inquinamento e disoccupazione e convogliarla verso i protagonisti dei giochi televisivi che vengono trasmessi senza soluzione di continuità.
La trama è avvincente e piena d’azione, anche se il profilo psicologico del protagonista è meno approfondito rispetto a quanto l’autore ha ampiamente abituato i suoi lettori.
La conclusione amara è che il “sistema” si serve delle persone finchè gli fanno comodo, salvo liberarsene quando hanno esaurito la loro utilità.
Scena finale “telefonata” che racchiude l’invito a opporsi a questo status quo e a far prevalere la propria identità, anche a costo di rimetterci in prima persona.
Opera minore dello zio Steve, ma si tratta pur sempre di un gran bel leggere.
W IL RE!
 
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