21 Gennaio 2013, 14:44:36Commento scritto da attiliosfunel
Voto: 7.50

Ottima antologia di racconti e, soprattutto (e non poteva essere altrimenti per l'autore noto soprattutto per il suo gigantismo) romanzi brevi di King. Faccio notare che di horror puro puro c'è n'è relativamente meno di quanto uno si aspetterebbe: ad esempio, lo stesso "Orrore a Crouch End" - che tra l'altro non mi ha detto poi gran che - fa parte dei Miti di Cthulhu che come molti sanno è a metà tra horror e fs, e in ogni caso il racconto è più di horror psicologico. C'è la fantascienza pura del divertente pastiche chandleriano de "L'ultimo caso di Umney" (e chandleriano puro è poi "Il quinto quarto"), l'omaggio a Sherlock Holmes del ben congegnato "Il caso del dottore", il bradburianesimo davvero ben riuscito de "Il mio bel cavallino", il fantastico de "Il dito", i viaggi nel tempo de "Spiacente, è il numero giusto", l'invasione para-aliena de "La Gente delle Dieci", e il baseball dei due racconti finali. L'horror classico è comunque ben rappresentato da cose come l'interessante variazione vampirica de "Il Volatore Notturno", dai fantasmi rock di "Scarpe da tennis" o "E hanno una band dell'altro mondo", agli spassosi "Denti Chiacchierini" etc. Ho letto da qualche parte che King, a partire da un certo punto della sua carriera tipo anni '90, avrebbe iniziato a raschiare il fondo del barile quanto a ispirazione e idee. Ne parla lui stesso nelle note e nell'intervista di questo volume, al punto da arrampicarsi un po' sugli specchi nel caso di "E hanno una band dell'altro mondo", in cui ripete un po' lo schema del celebre "I figli del grano". Io credo che non ce ne fosse bisogno. Alla fine, per fare un paragone con la fantascienza, Asimov ha campato per decenni coi soliti robot, fondazioni, vedovi neri senza che nessuno lo accusasse di mancanza di originalità. Forse nel caso di King pesa il fatto di avere avuto, a inizio carriera, delle idee davvero originali... ma il vaso di Pandora non è mica rimasto pieno in eterno, o no? Quindi accusarlo di ripetere certe situazioni, o di usarne altre già sfruttate da altri, mi sembra francamente ingiusto. Anche perché opere come questa confermano senza se e senza ma la sua assoluta superprofessionalità (mai un singolo attimo di noia durante la lettura) e una verve scrittoria assolutamente priva di cadute di ritmo o di gusto. Certo: se uno desidera leggere horror stilisticamente elevato, non compra King ma Ligotti. Nondimeno, King rimane altrettanto necessario: banalmente, perché se no uno la notte, finiti i pochi autori presunti "di qualità", poi cosa dovrebbe leggere, specie in sere in cui il vicino ha Skype a tutto volume e vostro figlio duenne ha il diavolo in corpo, si è stati tutto il giorno a infinite riunioni "aria fritta" in azienda (e la concentrazione, di riflesso, non è certo massima)? Vespa? Fabio Volo? Gli autori italiani di Epix? Dio ce ne scampi!!!
 
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