18 Gennaio 2019, 16:07:42 | Commento scritto da capricorno52 |
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Romanzo riletto dopo tantissimi anni. La fantascienza fa da sfondo alla storia di Morar ed il suo mondo , il pianeta Rhama , ormai distrutto, forse un possibile quinto pianeta del sistema solare posizionato fra Marte e Giove ?? Il racconto è scritto in terza persona sotto forma di diario ove l’autore con rara immaginazione racconta una intera civiltà mescolando , storia, cronaca, sentimenti , spunti e detti filosofici. Lo stile di scrittura, che risale a circa settanta anni fa non è particolarmente scorrevole , ma la trama è avvincente , a tratti epica , e riesce a trasmettere un senso di meraviglia e di profondità degli avvenimenti. I Rhamani sono una razza simile all’ uomo molto evoluta ma che non hanno raggiunto ancora le stelle pur conoscendo i segreti della fisica e della mente. Ma anche questi esseri sono soggetti ad imperscrutabili disegni del destino e non sono impermeabili alla brama di potere e di dominio ma , fortunatamente, anche all’ amore. Romanzo di valore , superiore alla media , da leggere o rileggere. | |||||||
23 Agosto 2018, 23:49:48 | Commento scritto da odisseo |
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L'originale argomento è penalizzato dalla struttura narrativa. Le anticipazioni espresse nella prima parte appiattiscono la storia e rende incomprensibile l'inutile ricorso alla narrazione da parte di una terza persona. L'interessante struttura sotto forma di diario, nonostante le esplicite dichiarazioni, è appesantita dal guazzabuglio creato dalla confusa mescolanza di azioni, riflessioni filosofiche, esperimenti scientifici, invenzioni, vicende politiche e pene d'amore, il tutto infarcito con un'infinità di impossibili nomi che non è possibile ricondurre a qualsiasi seppur generica descrizione. Ad un certo punto, il finale diventa scontato. | |||||||
28 Febbraio 2017, 22:39:28 | Commento scritto da astrologo |
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Bisogna fare tanto di cappello a quest'autore che ha scritto anche libri piuttosto stantii. Per quest'opera il trasportare le dinamiche dell'epoca in cui fu concepito e inventarsi la civiltà di una altro pianeta molto simile alla <Terra è stata perlomeno un opera geniale. Molta filosofia profonda che nuoce all'azione. Finale da tragedia greca. | |||||||
24 Gennaio 2012, 18:13:08 | Commento scritto da maxpullo |
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Una vera sorpresa. Piacevole. Prima di leggere questo romanzo non avevo una buona opinione di B.R. Bruss e devo ringraziare l'amico victory che con il suo commento mi ha instradato verso una storia che altrimenti mi sarei perso per strada. Intendiamoci: non parliamo di un capolavoro, ma di un libro che ha i suoi difetti tra cui spiccano sicuramente una certa tendenza ad "annoiare" nonostante la sua brevità (soprattutto per la sua forma di "diario") e la pesantezza di una morale da "prima fantascienza", che può risultare alla fine un po' stucchevole. Eppure la storia, nonostante alcune ingenuità, riesce a convincere ed a conquistare, soprattutto per il fascino dell'idea che sta dietro la genesi di questo straordinario "mondo perduto" raccontatoci da Bruss. Tra l'altro è il primo ed unico romanzo di sf che mi sia capitato di leggere che indaghi su uno dei "misteri" più curiosi del nostro sistema solare e che, senza ricorrere a stranezze aliene o astrusità cosmiche, formula una ipotesi plausibile e convincente sulla sua attuale conformazione. Buono | |||||||
03 Aprile 2008, 13:20:28 | Commento scritto da victory |
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L'ho riletto tutto in poco tempo e mi è piaciuto ancora dopo tanti anni. La narrazione scivola via senza un attimo di pausa. È uno di quei libri che ti prende già dalle prime pagine e non vedi l'ora di arrivare alla fine per godersi l'epilogo. Da leggersi, o magari da rliggersi. | |||||||
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