16 Dicembre 2014, 18:50:33Commento scritto da Sherdan
Voto: 6.00
Se la raccolta fosse terminata all'ottavo racconto, il voto sarebbe schizzato verso un 8, 8.50, perchè lo stile di Van Vogt, quasi rasente a quello di Fredrick Brown, raggiunge le vette della miglior fantascienza dell'età d'oro: asciutto, rapido, incisivo e colpo di scena finale...insomma, da leggere tutto d'un fiato.
Ma putroppo la raccolta continua e gli ultimi 4 racconti ci palesano una prosa molto più confusa, una trama a dir poco evanescente e quella teoria stilistica dell'Autore che vuole introdurre una nuova idea ogni 800 parole, che avrebbe pure un suo perchè se poi tutti i nodi della storia venissero al pettine, ed invece...tante domande, alcune assurdità e decisamente un effetto straniante che al termine della lettura ti fà subito dimenticare quanto letto (per fortuna).
Sufficienza risicata, ma ne consiglio comunque la lettura se non altro per alcune chicche come "Il villaggio incantato", "Caro corrispondente", "Un barattolo di vernice".
 
06 Novembre 2006, 11:54:42Commento scritto da tehom
Voto: 5.00
Ho approcciato questo libro con la massima apertura mentale memore di brutti trascorsi con i romanzi di van Vogt, ma non c'è stato niente da fare. Le frequenze su cui viaggia il Nostro sono troppo alte per il sottoscritto anche nella forma racconto/novelette. Il problema con Van Vogt ,a mio modo di vedere, è l'ARBITRARIETA'
degli sviluppi della trama, che finiscono con lo spazzare via il tradizionale filtro logico-razionale che funziona col resto degli autori. Non è che in questa raccolta manchino buoni spunti ( " il mostro" su tutti, "letargo", l'evocativo e folgorante "difesa" ), ma si tratta, guarda caso, delle poche volte in cui la trama mantiene uno sviluppo passabilmente lineare e non ci sono gimmich spiazzanti o contorsioni spazio-temporali a stravolgere lo sviluppo della narrazione (e il frastornato lettore). Sfido chiunque a stare dietro agli eventi e ai personaggi che animano (?) i due romanzi finali.
Mah, forse hanno davvero ragione i Panshin nell'introduzione quando parlano di meta-fantascienza (nel senso che occorrerebbero categorie di giudizio meta-critiche...)
 
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