04 Novembre 2012, 13:08:32 | Commento scritto da mitd |
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Splendida l'idea di base: in un futuro lontano 10 mila anni, la Terra è diventata un cimitero, sterminati giardini dove viene seppellito chi ha abbastanza soldi per potersi permettere l'eterno riposo nel luogo più esclusivo dell'universo, e cioé il pianeta dove ha avuto origine l'umanità, ormai dispersa nella galassia. Il tutto retto da un'organizzazione commerciale cinica e spietata. Quanti libri possono contare una galleria tanto ampia di personaggi, principali e non, così umani anche quando non lo sono, a prescindere dal ruolo che giocano nell'economia del romanzo? E quanti scrittori di FS sanno affascinare il lettore con la propria scrittura, limpida, evocativa e mai retorica? Avvincente e emozionante. Termini il romanzo, lo chiudi, e rimani per un attimo in poltrona con un sorriso compiaciuto sulle labbra, il finale talmente dolce e compiuto che non fa rimpiangere di non poter leggere oltre. Non succede spesso. Però si può rileggere. | |||||||
13 Febbraio 2012, 07:36:55 | Commento scritto da maxpullo |
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Quando Simak ha qualcosa da raccontare, come narratore, non lo batte nessuno, ma quando non ha nulla da dire e ti prende in mezzo a tanti giringiri di parole solo per fare poesia tuffandoti in mezzo a razze galattiche scomparse, fantasmi, mutanti, robot e viaggi nel tempo, allora letto un romanzo letti tutti. "La bambola del destino" aveva una trama ed uno scopo, questo suo ipotetico "seguito" proprio no e la valutazione è conseguenza della fatica di arrivare alla conclusione di una storia che una conclusione non ce l'ha. Sufficienza di stima | |||||||
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