03 Giugno 2020, 12:49:39Commento scritto da Fedmahn Kassad69
Voto: 8.50
Arlen Knight, un esploratore leggendario condotto dalla sua ultima ricerca verso un misterioso pianeta ai confini della galassia ove diverse civiltà sono nate, cresciute e scomparse lasciando tracce misteriose come la città bianca totalmente deserta, uno spazioporto pieno di astronavi abbandonate ed inaccessibili e un misterioso tempio di pietra rossa circondato da ciclopici alberi alti chilometri e contenente al suo interno un'arcana bambola dal significato oscuro.
Sulle tracce di Knight, ma soprattutto di quello che egli cercava, partono dalla Terra 4 persone, nulla in comune tra loro, tranne l'insopprimibile brama di conoscere ciò che è ignoto, di travalicare i limiti delle conoscenze umane e, soprattutto, di dare un senso alla loro esistenza.
Una ricerca che darà risposte alle loro domande, soprattutto a quelle che non avevano mai pensato di esprimere.
La Bambola del Destino (Destiny Doll, 1971) è da molti definito come uno degli ultimi "grandi" romanzi dello scrittore, personalmente ho trovato, oltre al consueto e godibilissimo stile lirico ed evocativo e alla riproposizione di taluni temi ricorrenti nella narrativa di Simak,  una  maggiore propensione al simbolismo ed un misticismo più accentuato rispetto ad altre opere precedenti.
Un'opera che letta come semplice romanzo avventuroso è già buonissima di per se, ma un piccolo sforzo supplementare da parte del lettore per andare oltre questo primo livello di lettura può regalare un piccolo ma stimolante capolavoro che regala  spunti mai banali di riflessione sull'umanità, i suoi scopi ed il suo destino ultimo.
Splendido e consigliato (come quasi tutta l'opera di Simak).
 
22 Febbraio 2013, 21:07:02Commento scritto da clisimak
Voto: 7.00
buon romanzo e lettura piacevole.
 
06 Febbraio 2012, 10:44:18Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.00
Un viaggio surreale alla ricerca di un qualcosa che il protagonista stesso non riesce a comprendere.
Una rassegna di creature straordinarie e di mostri spaventosi, di uomini, alieni e robot che rivelano in pieno l'abilità narrativa insuperabile di Simak.
Un percorso affascinante ed avventuroso su un pianeta ricco di misteri e sorprese che ti tiene incollato alla lettura pagina dopo pagina.
Ma alla fine della lettura rimangono solo vaghe sensazioni di un qualcosa di bello, di immagini prese un sogno che si è perduto a mano a mano che veniva sognato.
Rimane un bel ricordo, ma nulla di memorabile a parte forse il maestoso affresco di un universo multidimensionale, purtroppo appena accennato.
Un buon libro ma nulla di più
 
10 Febbraio 2011, 15:18:23Commento scritto da mitd
Voto: 9.00
Fantasia, poesia, metafisica: in questo romanzo sono presenti tutti gli elementi che hanno fatto di Simak una pietra angolare della fantascienza. E lo stile di scrittura incanta, così come la profondità dei personaggi. Quando Simak si esprime a questi livelli, l'emozione dolce e sottile che le sue storie sanno creare diventa un'esperienza gratificante per il lettore. Perché soltanto un 9, allora? Perché altri suoi romanzi, come City o I giorni del silenzio tanto per citarne un paio, meritano almeno un voto in più, e la scala di giudizio non lo consente.
 
02 Giugno 2009, 12:51:41Commento scritto da lonewalker
Voto: 10.00
E' un libro che mi ha "chiamato"...... avevo letto altre cose di Simak e ne avevo ricavato l'impressione di una Fantascienza classica, godibile, leggera, lineare. Concordo totalmente con Malaguti: Simak con questo romanzo ha raggiunto l'apice della descrizione fantascientifica! C'è tutto, compreso il profilo psicologico dei personaggi e le loro letture interiori che tanto mi ricordano il grande Sturgeon....mi meraviglio che non ci abbiate fatto commenti, ma forse ci sono altre edizioni. Non è mancata nemmeno la lacrimuccia poco prima della fine ed il brivido di emozione quando l'alieno Hoot saluta il Capitano...c'è tutto, dovete leggerlo.
 
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