27 Giugno 2013, 19:07:15Commento scritto da Arne Saknussemm
Voto: 8.00
Un altro grande romanzo di Fritz Leiber !
In 400 pagine Leiber mette tanta, forse troppa, carne al fuoco; il romanzo è ricco: ricco di personaggi, ricco di situazioni, ricco di simboli, ricco di significati .... Ed ha vinto il premio Hugo.
Il romanzo copre un arco temporale di 2-3 giorni ed ha una struttura particolarmente frammentata dal momento che seguiamo le vicende di diversi personaggi in diverse parti del mondo ed in varie situazioni.
Ha anche una solida base di Hard SF, difatti tutta la parte riguardante gli effetti del vagabondo sulla Terra (maree e terremoti) e l'orbita del vagabondo e la sua influenza sulla luna, le foto che testimoniano l'arrivo del vagabondo... È tutto descritto abbastanza fedelmente ed in maniera molto chiara.
Splendida la scena dell'apparizione del Vagabondo ed originale e molto efficace la descrizione dell'iperspazio.
Leiber in questo romanzo ci mette davanti all'unicità dell'individuo ed alla grandezza della sua anima e dei suoi sentimenti....la Terra, la galassia, l'universo non sarebbero nulla se non ci fossimo noi a percepirli, a vederli, sentirli, toccarli... siamo noi a rendere tutto reale, siamo noi a dare un senso al mondo che ci circonda e non c'è nulla di più importante di ogni singolo essere umano. Ed i personaggi di Leiber, in questo, sono davvero esemplari; cercano un significato, inseguono la conoscenza o i sogni e si realizzano unendosi agli altri, amando, soffrendo... in cerca della salvezza, ma forse ancora più in cerca di un abbraccio, di un attimo di felicità che possa diventare eterno (tematica gia affrontata ne "Il grande tempo").
Insomma, questo "Novilunio" è un'opera pretenziosa, forse non riuscita al 100%, ma scritta molto bene, con una struttura particolare e che funziona, avvincente, mescola catastrofismo, hard SF, SF sociologica.
Certamente da leggere.
 
21 Giugno 2011, 16:49:47Commento scritto da gasp63
Voto: 7.00
L'inizio (forse più di 50 pagine) è lento, quasi poetico; sono stato tentato dall'abbandonare la lettura memore della precedente negativa esperienza con lo stesso autore (Il grande tempo).
Ho resistito e continuato la lettura. Il seguito del romanzo contiene di tutto: catastrofe terrestre, viaggi nell'iperspazio, incontri ravvicinati, guerre aliene, storie umane di tutti i giorni sconvolte dagli avvenimenti.
La lettura è resa faticosa dai continui cambi di scena; Leiber rimane ostico alla mia lettura. Il giudizio finale è però positivo.
 
01 Marzo 2011, 19:22:23Commento scritto da maxpullo
Voto: 6.50

Questo romanzo ha il solo difetto di essere troppo ricco e, poichè l'autore non è esattamente impeccabile nel riuscire a raccordare tra loro le diverse vicende e sottotrame, di risultare anche molto confusionario.
Ma a rederlo in qualche modo indimenticabile e degno di una valutazione più che positiva c'è l'allucinante e maestosa sequenza iniziale con la terrificante apparizione del Vagabondo nei cieli della Terra, la distruzione della Luna e l'inizio dei catastrofici sconvolgimenti delle maree.
Le prime cento pagine del romanzo, infatti, hanno un potere magnetico incredibile e, nonostante la sconcertante pletora di personaggi (molti dei quali assolutamente inutili), queste scorrono via con la stessa facilità con cui gli abitanti della Terra riescono a riconoscere simboli e immagini sulla superficie del nuovo pianeta man mano che questo compie la sua rotazione.
Poi però a lungo andare l'effetto sorpresa si perde e l'autore, perseguendo la pretesa di voler raccontare come l'umanità attribuisca i valori ed i simboli della propria cultura ai fenomeni di cui è testimone, finisce per annoiare.
Nel finale Leiber spara tutte assieme le sue ultime carte inserendo in una trama già ricca una raffica di nuove trovate che, se da un lato chiariscono la presenza del Vagabondo e ne giustificano il comportamento, da un altro finiscono per rendere la storia sempre meno credibile.
Notevole non soltanto l'incipit della storia, ma anche il lovecraftiano "sogno" attraverso cui l'astronauta Don Merriam apprende la storia del pianeta invasore e la chiarezza con cui Leiber riesce a descrivere l'immagine dell'iperspazio.
Tutto sommato un libro discreto e pieno di ottimi spunti.
 
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