Prendete 3/4 di Larry Niven, 1/4 di Greg Egan, agitate, guarnite con un po' di humour inglese alla Russell e sensazionalismo cosmico alla Stapledon, e servite. Questa è la ricetta di Baxter per un romanzo che da premesse assai promettenti giunge a risultati tutto sommato modesti. Le ipotesi cosmologiche che fanno da sfondo alla trama sono affascinanti e "volgarizzate" in maniera assai comprensibile (ricevuto, Greg?), la tecnologia futuribile è accattivante e originale, i personaggi principali credibili e ben delineati. Quello che non funziona mi è sembrato il plot complessivo che risente di una certa confusione ( troppi andirivieni temporali !), l'umorismo assolutamente non calzante in alcuni passaggi (a volte probabilmente involontario, i Qax per essere una razza di conquistatori sono decisamente stupidi), l'assoluta non-credibilità di certe trovate (l'astronave degli Amici e la sua genesi lasciano basiti per la loro totale assurdità). In ogni caso alla fine si resta incuriositi e desiderosi, anche se non spasmodicamente, di leggere il seguito. |