01 Novembre 2023, 11:27:50Commento scritto da capricorno52
Voto: 4.00
Dopo molti tentennamenti ho iniziato al leggere il ciclo "La seconda Fondazione", ciclo di tre volumi commissionato dalla vedova di Asimov a tre importanti scrittori di FS nell'ordine Bedford, Bear, Brin.
In questo contesto si posiziona la lettura di Fondazione: La paura.
All’ inizio la lettura è stata traumatizzante, sono un cultore del ciclo della Fondazione edizione 1951 letto nel corso degli anni molte volte sia le singole pubblicazioni sia la trilogia nel suo insieme.
Quindi ho fortemente subito l’impatto del cambiamento della trama, questo era in un certo senso scontato, ma familiarizzare con un nuovo modo di contestualizzare il tema, i personaggi, la trama, è stato arduo, molte volte sono stato sul punto d’interrompere la lettura, ma sono andato testardamente avanti per cercare di farmi una idea obiettiva dell’ opera.
All'inizio della storia, Hari Seldon sta per lasciare la sua tranquilla cattedra e assumersi il compito quasi impossibile di amministrare 25 milioni di mondi abitati dal pianeta interamente d'acciaio di Trantor.
Con l'aiuto della sua bellissima "moglie" bioingegnerizzata Dors e del suo compagno alieno Yugo, Seldon sta ancora sviluppando la scienza che trasformerà la storia, senza mai sognare che alla fine lo metterà di fronte alla più terribile minaccia della storia futura.
Hari Seldon, il creatore della psicostoria, è stato designato Primo Ministro dall’imperatore Cleon, ma ha oppositori subdoli e feroci che cercano in ogni modo di ucciderlo. Perciò lo schivo matematico si trova invischiato in congiure di corte.
Nel frattempo, in una trama parallela scopriamo di più sul progetto che porterà al Piano Seldon ma anche alla ricerca sull'IA e all'evoluzione dei sim. Due di questi sim si chiamano Voltaire e Joan (d'Arco). Sono stati creati, tra le altre cose, per decidere il dibattito sull'opportunità o meno di costruire esseri meccanici con intelligenza artificiale, nel volume tra i due si sviluppa una importante discussione sulle distinzioni tra anima, corpo ed ego, Benford sfrutta questa discussione per  dirci molte cose sulla vita nell’ universo dell'impero pre-Fondazione e suggerisce che alcuni dei pensieri che sono emersi da questo dibattito sono stati cruciali per lo sviluppo del concetto di psicostoria di Seldon.
L’avventura di Seldon continua con viaggi iperspaziali attraverso varchi instabili, rischiando addirittura che la sua mente resti bloccata nel corpo di un animale.  
Non c'è molto da aggiungere tranne che constatare che la trama è particolarmente raffazzonata e nel complesso il volume è scritto con uno stile ed un ritmo pesante quasi prolisso che fa rimpiangere “Cronache della Galassia” (Urania n.ro 317 bis), riletto in parallelo, per il modo in cui la storia è raccontata, così convincente, epica e grandiosa in una prosa chiara e nitida.
Raccomandazione non leggete in parallelo Foundation anni 1950 e questo prequel del 1997 subireste un possibile trauma culturale e cognitivo.
 
06 Agosto 2023, 16:09:11Commento scritto da 56-bob
Voto: 5.00
Non basta evocare nel titolo grandi capolavori e usare i nomi dei loro personaggi per fare un buon romanzo e - soprattutto- all’altezza di ciò che evoca.
A me è sembrato un tentativo più commerciale che letterario dove il tema della “vecchia” Fondazione è stato sommerso dalla presenza di due personaggi, Voltaire e Giovanna D’Arco, (che sono i veri protagonisti della narrazione) pescati dai meandri della Storia con lo scopo di filosofeggiare su fede e ragione in uno scenario fantascientifico.
Forse non l’ho capito io e non vorrei fare la figura di Fantozzi che commenta “La corazzata Potémkin”,  ma a me questo romanzo è sembrato una ….
Speriamo siano meglio i prossimi
 
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