15 Febbraio 2022, 18:44:13Commento scritto da Free Will
Voto: 8.00
Questo non è certo il miglior libro di Clarke, però è tassativo leggerlo almeno una volta, per due motivi: Clarke era e resta uno dei maggiori scrittori di FS di tutti i tempi (secondo forse solo ad Asimov, e comunque nella top 5); e poi si tratta del romanzo con cui Urania, la nostra amata (e purtroppo in declino verso la scomparsa inevitabile) collana, esordì nel lontano 1952 (prima che io cominciassi a camminare). C'è da dire che è molto corto e, forse vuol dire che è stato molto tagliato. Ma non importa perché, in effetti, accade ben poco in questa piccola avventura. Però il bello è che quel poco che accade è strepitoso, perché l'autore immagina il pianeta Marte, non esattamente come è realmente, ma andandoci vicinissimo. Bisogna pensare che altri scrittori che hanno descritto Marte prima e dopo di lui (perfino dopo un decennio, quando se ne sapeva molto di più) hanno scritto delle grandissime cavolate, mentre Clarke rimane sul più che verosimile e l'aspetto "scientifico" è il massimo che si potesse immaginare a quel tempo. Per certi versi è perfino profetico, un po' come accade ai grandi scrittori, come per esempio Heinlein.
L'unico aspetto un po' troppo fantasioso (almeno per ora) è stato immaginare la presenza della vita sul pianeta rosso. Però proprio qui c'è il colpo di scena che solo un grande maestro può escogitare: la vita è ridotta ai minimi termini, ossia pochissime unità di animali (intelligenti?) e rarissime piante che in qualche modo li sostentano, fornendo loro l'ossigeno non (più?) presente sul pianeta. Per questo motivo anche dopo anni dalla prima piccola colonizzazione umana sotto le cupole, nessuno si era accorto di tale presenza, ed è solo per caso e per la curiosità del personaggio principale che si arriva alla scoperta. E allora sorge spontanea la domanda: anche dopo anni che abbiamo mandato lassù delle sonde e dei veicoli robotizzati che hanno girato qua e la, abbiamo visto davvero tutto???
Peccato per aver lasciato la traduzione originale della pessima Maria Gallone. E' abbastanza interessante la biografia in coda al romanzo, anche se decisamente pleonastica per qualunque lettore di FS (a meno che questo non sia il primo libro in assoluto che legge).    
 
15 Febbraio 2022, 18:29:39Commento scritto da capricorno52
Voto: 7.50
Non ho potuto resistere !!!
L' preso (il numero uno ! le Sabbie di Marte !!) :
- per amore e piacere;
- perchè anche io ho 70 anni come la Collana Urania;-
- per la copertina , troppo bella !!;
- perchè l'hanno chiesto gli altri 3 volumetti da me già posseduti in cartaceo di altre collane Urania non aperti da tempo che si sentivano trascurati.
Quindi in meno di due giorni l’ho riletto, devo dire con piacere e con emozione.
In ogni caso, "Le sabbie di Marte" è un eccellente romanzo di avventura spaziale, in parte diario di viaggio, in parte soap opera e in parte lettera d'amore verso la curiosità , l'atto di scoprire ed esplorare come qualità essenziali di ciò che ci rende umani.
La trama è più semplice che mai. L'autore di fantascienza, giornalista e scrittore,  Martin Gibson,  (un ovvio sostituto dello stesso Clarke) sta viaggiando verso le colonie di Marte a bordo della  nuovissima nave spaziale Ares. Poiché è la crociera di inaugurazione della rotta commerciale Terra Marte, Gibson è l'unico passeggero, accompagnato solo da un equipaggio minimo ed essenziale che assicura la navigazione  della gigantesca nave spaziale.
Durante il viaggio, ci sono alcuni momenti comici in cui Gibson ha problemi ad adattarsi alla realtà del viaggio senza peso, ma capisce rapidamente le cose e lui e l'equipaggio iniziano a legare nel corso dei loro mesi di viaggio, Gibson arriva su Marte dopo aver stretto amicizia con uno dei membri più giovani dell'equipaggio, Jimmy Spencer, che scopriremo piu’ avanti ha con lui un legame personale insolito.
Gibson interpreta da subito il suo ruolo di giornalista e cerca di farsi una idea della piccola colonia che è contenuta all'interno di cupole trasparenti che sono state terraformate per sostenere la vita umana.
Ma Gibson è curioso , trova un misterioso avamposto scientifico durante uno dei suoi viaggi nell'"entroterra" di Marte e successivamente quando l'aereo su cui sta volando si imbatte in una massiccia tempesta di polvere e si schianta, ed e’ qui che la storia cambia registro svoltando verso l’avventura ed il mistero.
Gibson e i suoi compagni dell'aereo abbattuto scoprono presto una nuova specie di vita vegetale , nonché una piccola colonia di "marziani", un specie animali che assomigliano in qualche modo ai canguri. Gibson finisce per portare un cucciolo di “marziano” a Port Lowell, la principale città su Marte, elevandolo a ruolo di animale domestico. Questi avvenimenti incidono su Gibson che inizialmente da scettico diviene sempre piu’ attratto dalla vita della colonia marziana.
Come dicevo, riletto in due giorni con piacere ed emozione, eppure questo libro pubblicato nel 1951 è obsoleto nelle ambientazioni , almeno dal 1972 , data, della prima dettagliata mappatura fotografica di Marte da parte del  Mariner 9, la tecnologia è vecchia di sei decenni, (es. Martin Gibson usa una macchina da scrivere e copie carbone; le radio hanno tubi catodici invece dei circuiti stampati) e in parte futuristica (es. la ben descritta nave passeggeri a propulsione nucleare con cui Gibson viaggia verso Marte). La trama ha una struttura leggera, quasi da telenovela ed i personaggi sono scarsamente caratterizzati , ad eccezione di Gibson , Jimmy , Hadfield che sono intelligentemente da Clarke approfonditi in modo tale da divenire pilastri del racconto.
E allora …., io penso che le sabbie di Marte" sia  un ritratto ragionevole del viaggio interplanetario come potrebbe essere in futuro, insieme a una serie di altri dettagli tecnici interessanti che colpiscono, ma soprattutto colpisce in questo romanzo come in altri del periodo , l'idea che l'universo fosse a portata del genere umano , nostro da esplorare, in grande scala, l'epica idea che gli esseri umani potessero lavorare insieme per raggiungere obiettivi enormi e di vasta portata, il puro OTTIMISMO dell'intera faccenda.
Arthur C. Clarke e un certo numero di altri autori hanno immaginato un mondo in cui tutto era possibile, e quel tipo di entusiasmo non è andato perso se un'intera generazione di persone alla fine si sono riunite e hanno posto le impronte degli esseri umani sulla Luna, ma ora è obliato dagli insuccessi e le divisioni  della comunità umana.

““Quella luce ferma e immobile che brillava così inaspettatamente nel cielo diurno, era adesso, e tale sarebbe rimasta per molte settimane, la stella mattutina di Marte. Ma era meglio nota come la Terra”.
 
Utenti cui piace il libro
Soci della Tana del Trifide:

Vedi il profilo utente
Utenti cui non piace il libro