09 Maggio 2017, 19:12:39Commento scritto da Gundam70
Voto: 6.00
Libro abbastanza noioso e soprattutto... datato. Nella prima parte sembra promettere bene ed essere interessante.
Nella seconda parte invece perde molto e il personaggio cattivo, il principe dei demoni... lasciamo perdere!!!!
 
04 Settembre 2013, 15:22:03Commento scritto da fabri
Voto: 6.00
Il mio giudizio è per l'intero ciclo. ritengo il ciclo di Tschai nettamente migliore. ciclo avventuroso ma scontato
 
15 Giugno 2010, 22:11:31Commento scritto da npano
Voto: 7.00
Romanzo conclusivo
Non il migliore tra i 5 ma comunque di facile lettura e storia interessante
 
09 Aprile 2009, 12:54:26Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.00
Buffo che questo volume concluda sia la saga idata da Jack Vance che la gloriosa collana de "I classici Urania", ma probabilmente la Mondadori non poteva fare una scelta più azzeccata, concludendo in un sol colpo due straordinarie avventure, una editoriale, l'altra più umana e volta ad analizzare il più umano ed insidioso dei sentimenti, quello della vendetta.
In questo capitolo conclusivo ci troviamo davanti un Kirth Gersen stanco, svuotato, che molto probabilmente intuisce che la sua missione sta per compiersi: tra lui e la vendetta completa, infatti, rimane ormai solo l'ombra dell'ultimo principe demone, lo scialbo e folle Howard Alan Treesong.
Ancora una volta la fortuna aiuta il protagonista che, in un modo sorprendentemente troppo facile, riesce a costruire una ingegnosa trappola in cui l'ultimo nemico non avrà possibilità di scampo.
Ma, al di là del solito canovaccio della caccia, dei primi contatti e della vendetta finale, questo libro si caratterizza soprattutto per il velo di triste malinconia che sottende tutta la vicenda.
L'umore di Gersen inizia a risentire della sua folle corsa per la galassia e dell'incertezza per il futuro che lo attende una volta compiuta l'impresa: i primi infruttuosi tentativi di far fuori l'ultimo nemico sono forse i curiosi modi in cui il suo inconscio reagisce al pericolo di un termine prematuro della stessa, quasi che il compimento della vendetta fosse un evento da ritardare per non perdere di colpo lo scopo di tutta una vita.
Anche l'avversario, stavolta, non sembra all'altezza della situazione: nemmeno l'ombra della malvagità di Attel Malagate o di Kokor Hekkus e neppure lontanamente la misteriosa perversione di Viole Falushe o la straripante tracotanza di Lens Larque sfiorano il deludente Treesong. Egli ci appare piuttosto come un bambinetto capriccioso, vile e debole che, costruito un mondo di sogni ed una mitologia sua propria, si ribella al mondo circostante e cerca vendetta contro chi lo derise nei giorni dell'infanzia. La sua maniacale sete di potere sarà paradossalmente destinata ad infrangersi proprio per mano delle sue vittime e la sua fine patetica non farà altro che aggravare il fallimentare bilancio finale di Gersen, eroe senza macchia e senza paura, tenebroso e invincibile avventuriero, ma uomo apparentemente senza un futuro le cui uniche parole conclusive si limitano ad un eloquente "Sono finito".
 
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