24 Agosto 2009, 09:47:58Commento scritto da maxpullo
Voto: 6.00
Davvero nulla di speciale questo libro che ci presenta una bizzarra, grottesca anche se, a tratti, divertente cronaca di quelle che sarebbero state le ultime giornate della perduta Atlantide.
Le disavventure del vinaio Hoptor, narrate da lui stesso in prima persona non hanno nulla nè di fantascientifico nè di fantasy se escludiamo l'ambientazione, ma sono quasi certamente il pretesto per una presa in giro di entrambi i generi, in cui vengono messi alla berlina personaggi e situazioni tipiche delle avventure di fantasia. Il protagonista è infatti un antieroe per eccellenza, vilgliacco e intrallazzone quanto basta per salvarsi la pelle, mentre gli altri personaggi di contorno, dal vecchio e cadente re di Atlantide, alla sua dissoluta regina, dalla sua ambigua guardia di palazzo, al barbaro conquistatore Conax sino ai misteriosi alieni blu, tutti appaiono maschere e stereotipi caricaturali degli eroi tipici delle saghe di fantasy e contribuiscono a creare quel clima di brillante farsa buffonesca che contraddistingue tutto il romanzo.
Lo stile è brillante, sul tipo di quello utilizzato da Somtow Sucharitkul in "Aquiliade" e per molti versi la lettura è divertente sebbene l'eccessiva lunghezza porti alla lunga una certa noia.
Non è certamente annoverabile tra i grandi capolavori di tutti i tempi, ma è un libro che si legge facilmente e che non necessita di alcun impegno per essere terminato.
 
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