24 Novembre 2017, 15:56:19Commento scritto da Rocheta
Voto: 8.50
La caduta di Hyperion è la seconda parte della vicenda che aveva iniziato con Hyperion. Questo seguito è meno statico della prima parte, anche se lo stile risulta anche qui ridondante, nonostante gli avvenimenti si succedano più rapidamente e i vari tasselli vanno tutti al loro posto, in un susseguirsi di rivelazioni e colpi di scena. Come ho già scritto per Hyperion ritengo che il giudizio, estremamente positivo, debba essere espresso per l'opera nel suo insieme, perché entrambi i libri fanno parte di un unico romanzo.
 
08 Marzo 2013, 13:50:06Commento scritto da maxpullo
Voto: 9.00
Questo seguito conferma quanto di buono c'era già nel primo libro, attenuando moltissimo l'impressione di artificiosità che rimaneva legata al fatto che l'autore era riuscito ad inserire in un unico romanzo diverse sottotrame basate guardacaso proprio sui principali filoni della fantascienza.
Se una critica può esser mossa a questo libro, invece, ci si può appellare esclusivamente alla sua prolissità: Simmons indugia molto sulle descrizioni e questo, se da un lato arricchisce l'impatto "visivo" del romanzo, da un altro provoca ansia nel lettore (almeno a me l'ha provocata) rendendolo impaziente di sapere come va a finire la vicenda.
Per il resto ci sono solo note positive, la principale tra cui quella di esser riuscito non soltanto a fondere felicemente tanti filoni tra loro tanto differenti come ad esempio la space opera, il cyberpunk e la military SF, creando un'opera di genere quasi indefinibile, ma soprattutto di averlo fatto in modo tale da creare un "congegno narrativo" praticamente perfetto in grado di regalare emozioni sino alle ultimissime pagine.
Semplicemente meraviglioso il modo in cui si conclude la drammatica vicenda della piccola Rachel: confesso che mi è stato quasi impossibile trattenere l'emozione di fronte al colpo di scena riguardante il suo destino e che raramente ho visto la fantascienza arrivare a vette così geniali.
Interessantissimi, infine, riferimenti alla divinità (ed al concetto di trinità), sapientemente inseriti e resi "immanenti" nelle maglie di una realtà cosmica in cui spazio, tempo, probabilità ed universi paralleli perdono la loro connotazione di mistero ed incomprensibilità divenendo elementi quasi quotidiani che sono letteralmente plasmati come creta dalle abilissime mani dell'autore in grado di farne ciò che vuole.
La vicenda si conclude spiegando quasi tutto ed esaurendo la storia dei vari personaggi ma lascia aperte numerose questioni irrisolte che mettono la curiosità di correre a leggere i seguiti della storia.
Un capolavoro
 
12 Aprile 2012, 12:20:30Commento scritto da Arne Saknussemm
Voto: 7.50
Quoto in pieno il commento di Francibass.
Non l'ho trovato all'altezza del precedente. Troppo prolisso e ripetitivo nelle descrizioni, la prima metà del romanzo è davvero lenta...a volte pesante. Si riprende nella seconda parte anche se la conclusione lascia perplessi.
Dopo mille e passa pagine vorrei qualcosa di piu'... invece dobbiamo affidarci alle avare spiegazioni di Moneta, ai monosillabi di una IA ed ai (Trooooppi!) versi di Keats.
E che dire sulla "vera missione della vera voce dell'albero Het Masteen" ?? Non voglio spoilerare, ma si sfiora il ridicolo !
Manca la sperimentazione che tanto avevo apprezzato in "Hyperion".
Resta la maestria di Simmons, i bei dettagli (ma anche in questo "Hyperion" è nettamente superiore) ed il potere immaginifico del testo. E nonostante i difetti elencati resta comunque una gran bella lettura.
Leggero' sicuramente i 2 volumi seguenti.
Do un 7,5 che sarebbe stato 8 se il romanzo avesse avuto 200 pagine in meno !
 
07 Febbraio 2012, 15:20:00Commento scritto da marco.kapp
Voto: 9.50
Dopo la magnifica lettura di "Hyperion" pensavo che "La caduta di Hyperion" presentasse il solito calo di qualità che caratterizza di solito i "seguiti".
Invece la sorpresa è stata innanzitutto il cambiamento di struttura del romanzo, che a volte è narrato in prima persona dal "cibrido" John Keats, a volte è narrato in terza persona.
Altra sorpresa, in un romanzo si avvicendano battaglie memorabili e incursioni in sottogeneri della FS, quali il ciberpunk, che non mi sarei aspettato di trovare qui.
Ho avuto l'impressione che l'autore abbia voluto omaggiare molti personaggi illustri che hanno fatto la storia della FS, da Asimov (interessante notare l'assonanza tra l'androide A. Bettik e R. Daneel Oliwaw), a Heinlein, da Gibson a Bradbury (la "bradburia" è il nome che Simmons ha dato a una pianta coltivata su Marte).
Per non dire la citazione più evidente, cioè la Bibbia.
Unica pecca: ho trovato un po' pesanti i passaggi poetici di Keats e le dissertazioni filosofiche tra alcuni personaggi.
 
31 Gennaio 2012, 13:33:11Commento scritto da AgenteD
Voto: 9.00
Invenzione, personaggi (umani, alieni e artificiali), trama, stile, c'è nella quadrilogia Hyperion/ Endymion tutto ciò, e anche di più, che l'appassionato di fantascienza può desiderare. Da leggere, assolutamente.
 
27 Febbraio 2006, 00:44:04Commento scritto da francibass
Voto: 6.50
Simmons è indubbiamente pagato a pagina: altrimenti non si spiegherebbe l'inutile prolissità di molti capitoli. Per carità le parti espositive sono estremamente dettagliate ed evocative nella costruzione, quasi maniacale, di una realtà distante otto secoli nel futuro. Però, dopo le quasi 700 pagine del prequel, mi sembra quasi minestra riscaldata. I furia di descrivere suggestivi tramonti alla fine i colori si esauriscono e francamente il contorno è sovrabbondante rispetto alla narrazione, che fino ad ora non è poi molta per un volume che deve raccontare tutto quello che non è successo nel precedente. Il protagonista è ottuso e per giunta consapevole di non sapere neanche perché esiste: non è proprio intrigante come premessa. Inoltre i particolari delle espressioni dei personaggi sono maggioritari rispetto ai dialoghi e, sebbene assolutamente perfetti, diventano nauseanti nel prosieguo della lettura. Per fortuna non ci sono riferimenti a scroti contratti, che invece abbondano nel primo volume...
...la seconda parte funziona meglio della prima, forse perché l'azione si muove più velocemente (ma raramente raggiunge il ritmo giusto) e un po' della matassa di misteri viene dipanata. Però resta l'amaro in bocca: dopo aver letto più di 700 pagine si ha la senzazione che le spiegazioni fornite non siano sufficienti e che le conclusioni siano tirate per i capelli se non a volte inverosimili. Nel complesso ho trovato che i personaggi siano troppi (e ognuno di loro mangia un filo d'erba!), siano troppi i cambi di prospettiva, troppi i cambi di sequenza temporale, troppe le citazioni, troppa ossessione per John Keats - il quale l'autore probabilmente cercherà di santificare al più presto - insomma troppo per pretendere l'attenzione del lettore in così tante pagine. I miei rispetti al buon Dan maestro di stile ma questa volta ha esagerato...
 
12 Maggio 2005, 14:20:36Commento scritto da nemesis
Voto: 6.00
Purtroppo io l'ho letto solo dopo un anno dall'aver letto il primo volume e probabilmente ha contribuito al fatto di trovarlo un libro piuttosto difficile. Ho faticato molto a portarlo a termine, sebbene la storia non sia per nulla malvagia.
 
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