06 Maggio 2015, 18:43:51Commento scritto da crizzo
Voto: 7.00
Lungo ma abbastanza piacevole da leggere.
 
23 Luglio 2014, 18:04:35Commento scritto da remotino
Voto: 5.50
Non mi è piaciuto, troppo lungo e troppo filosofeggiare, non è dei migliori letti di Lem.
 
06 Maggio 2011, 23:51:38Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.00
Tra i libri di Lem letti sino ad oggi ("Solaris" e "L'indagine"), questo è quello che sinora ho apprezzato meno.
A metà strada tra un romanzo di fantascienza ed un volume di filosofia questo suo "Il pianeta del silenzio", ha a mio avviso, il grosso difetto di esser troppo lungo e di finire per annoiare il lettore dopo l'ennesima ripetizione della riprova dell'impossibilità dell'uomo di comunicare con una razza aliena.
Quello che veramente mi ha impedito di apprezzare la pur affascinante storia del primo "contatto" con una razza aliena è stato cioè il continuo ritornare sul tema dell'inconoscibilità ed il vedere la trama ingrossarsi a dismisura sotto il peso di una serie di dialoghi, aneddoti, digressioni e riflessioni tutte invariabilmente orientate a dimostrare come l'uomo e gli strumenti da lui creati siano incapaci di riuscire a svelare i segreti di un mondo avvolto nel mistero.
I cumuli di ipotesi sugli inesplicabili fenomeni riscontrati sul pianeta non trovano alcun riscontro e sono destinati a rimanere tali, alla stessa maniera in cui la montagna di volumi della "solaristica" si riduceva ad un monumentale cumulo di dati assolutamenti incapaci di svelare il mistero dell'oceano alieno.
Molto bella e coinvolgente la storia del protagonista, della sua "passeggiata" su Titano, della sua "morte" e del suo "risveglio", una storia che impegna una buona fetta del volume, ma alla fine, proprio per la sua lunghezza rimango perplesso sul perchè l'autore abbia deciso di spendere tante pagine per narrare questa vicenda se poi il romanzo nel prosieguo tratta di tutt'altro argomento. Stessa cosa dicasi per la storia delle termiti e dello "stralcio" di romanzo fantascientifico letto dallo stesso protagonista e che impegna diverse pagine pur non avendo alcuna apparente attinenza con la vicenda... insomma: al di là dell'indubbio fascino di una trama originale e per nulla banale, questo libro rimane per me una sorta di rebus irrisolto, soprattutto perchè ho il sospetto di essermi quasi perso qualcosa del messaggio che l'autore voleva dare.
Mi pare strano in definitiva che un autore tanto riflessivo ed attento ai particolari come Lem abbia inserito nella trama delle vicende tanto avulse dal contesto senza voler sottintendere qualcosa o senza avere in mente, magari, di fornire ulteriori spunti di riflessione sulla vicenda, ma, per quanto mi sforzi di capire, quelle pagine continuano a sembrarmi messe lì per caso.
Valutati attentamente i pro e i contro, comunque, direi che questo è un buon libro, magari non paragonabile a "Solaris", ma comunque meritevole di una lettura.
 
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