25 Marzo 2019, 18:34:50 | Commento scritto da capricorno52 | | |
Un capolavoro per la forza evocativa e per lo stile affascinante , ma anche per l’ organizzazione per racconti tutti preceduti da note che simulano una critica letteraria, posteriore alla specifica narrazione, cosi’ realistica da sembrare di sfogliare un vero libro di leggende, mi ha ricordato i libri di scuola l’ Odissea , l’ Eneide..etc.. In cui ogni canto era preceduto da note e spiegazioni. Letto negli anni 80’ nella versione Oscar Mondadori, riletto a cavallo del 2000, non ha perso nulla del suo fascino anche oggi, nella rilettura odierna nella versione di Urania collezione. Il taglio favolistisco di alcuni racconti è funzionale sia alla caratterizzazione del modo di essere dei coprotagonisti , cioè i cani parlanti , che alla trasmissione del messaggio etico caratteristico di molte opere di Simak. La trasformazione della serie di racconti in un romanzo unitario è assicurata da un “filo rosso” che collega nel tempo i componenti della famiglia Webster , compreso il robot Jenkins, e dall’ ambientazione che si svolge prevalentemente sulla Terra nella casa di famiglia. Pochi libri , a mio avviso, emozionano come questo , la fantascienza attraverso robot , mutanti , viaggi spaziali , dimensioni parallele è usata dal maestro Simak , come palcoscenico ove rappresentare l’ essenza di una umanità migliore senza i lacciuoli posti dalla società odierna , e , non solo, mescolando sapientemente i sentimenti dei personaggi : malinconia, amicizia, senso del dovere, Simak ottiene una miscela poetica e filosofica anche un po’ triste sul destino dell’ uomo , che sparge a piene mani sulla trama creando suggestive atmosfere evocative. Libro imperdibile, di uno dei migliori scrittori di fantascienza, che lascia il segno. |
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20 Agosto 2016, 21:12:02 | Commento scritto da adso | | |
Simak scrive davvero molto bene(mi riferisco allo stile).Ma le sue qualità,ahimé,finiscono qui.Il taglio troppo 'favolistico',un moralismo al limite dello stucchevole e il continuo riferimento alla fase crepuscolare del genere umano,rendono la lettura di una pesantezza unica.Tra tutti i racconti salvo sicuramente il quarto e,in parte,il quinto.Sugli altri meglio tacere.Dopo il primo ero tentato di abbandonare e passare ad altro.Tra l'epopea dei Webster(medici,politici,pionieri del viaggio nello spazio esterno,creatori dei cani parlanti,boicottatori di filosofie vitali,etc...),i mutanti(il loro scopo?),robot ridicoli(ridatemi Asimov!),animali parlanti di tutti i generi,dimensioni parallele e formiche evolute,c'é n'é abbastanza per farsi venire il mal di pancia.L'ultimo racconto,tra l'altro,riassume bene il tema di fondo di tutta l'opera che si può benissimo esprimere tramite un antico proverbio romano:Sic transit gloria mundi.A Simak,pertanto,manca pure la capacità di sintesi.Bocciato |
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29 Dicembre 2014, 22:32:02 | Commento scritto da emilio | | |
Fantastico. Non si può definire altrimenti per un romanzo in cui i robot e i cani (oltre alle formiche) siano i veri eroi. |
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06 Ottobre 2013, 09:33:38 | Commento scritto da Klaatu | | |
Un capolavoro. Non si può dire nulla di più su questo libro che io considero, a pari merito delle Cronache Marziane di Ray Bradbury, il migliore esempio di tutto quanto abbia mai letto in fantascienza. Anche per quest’opera ci si trova di fronte ad una struttura a racconti singoli, tutti incentrati sulla storia della famiglia Webster, icona riassuntiva del genere umano al punto da sovrapporsi col suo nome al termine Uomo, e in cui la continuità narrativa è costituita dal Robot Jenkins che attraversa tutte le varie ere che si succedono sulla Terra. Il tema caro a Simak di aspirazione alla pace ed alla comprensione tra tutte le specie senzienti trova qui il suo culmine. Sulla Terra si succedono gli Uomini (i Webster), i Mutanti, i Cani ormai eredi del mondo, gli altri animali senzienti ed infine le Formiche, con la loro inarrestabile ascesa. Una Terra che cerca di dimenticare come ci si uccide e ci si combatte l’un con l’altro. Ma su tutto, in questa eternità resa manifesta dal respiro dei millenni che trascorrono, c’è ancora un posto, a Ginevra, da dove l’antico popolo immensamente stanco e ormai dimenticato potrebbe ancora influenzare le linee di sviluppo delle nuove umanità. Sarà necessario svincolarsi anche da quest’ultima tutela. Anche per questo libro il limite di voto resta a 9.50, così come per le Cronache Marziane, e per la stessa motivazione : ne leggerò in futuro di migliori?, spero proprio di sì, non c’è un limite ai sogni. |
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16 Maggio 2013, 22:55:26 | Commento scritto da ovidio80 | | |
Un libro da leggere assolutamente. Il libro è una serie di racconti, usciti tra il 1944 e il 1951, che l'autore collega tra loro ponendo una breve introduzione per ciasciuno di essi: viene presentato come un insieme di leggende raccontate dai cani, diventata la razza dominante della terra, e dell'esodo della specia umana, considerati esseri quasi mitologici, di cui a malapena si conserva il ricordo. Il miglior libro di Simak. |
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29 Aprile 2011, 18:42:48 | Commento scritto da PabloE | | |
Nonostante il libro nasca dall'unione di più racconti la storia non perde la sua unicità. Il raggiungimento del dominio canino è costruito ottimamente, alla fine niente rimane in sospeso, inoltre la scelta della saga "familiare" si rivela una buona arma per non perdere il filo della narrazione e per motivare alcune azioni dei Webster. Tuttavia, se è vero che la parte centrale soprattutto dà buoni spunti per riflessioni filosofeggianti (qual è il destino ultimo dell'uomo? A cosa tende? A cosa tendiamo tutti noi?), l'ultima parte (gli ultimi 2-3 racconti) è un po' troppo ingarbugliata, un po' striminzita: qui la vicenda non si dipana perfettamente ma quasi come se si fosse arrivati al limite di pagine consentito (colpa dell'edizione?), proprio quando si avverte la necessità di maggior approfondimento di un mondo ormai completamente nuovo. Si poteva costruire un altro paio di piani sulle buona fondamenta ed eccellenti primi piani, per arrivare ad un grattacielo che puntasse ancora più in alto. |
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20 Maggio 2009, 23:30:34 | Commento scritto da maxpullo | | |
Probabilmente la miglior opera di Simak assieme a L'ospite del Senatore Horton, La strada dell'eternità e Mondi senza fine. |
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26 Dicembre 2007, 11:09:18 | Commento scritto da npano | | |
Il romanzo di fantascienza che a mio parere più si avvicina alla poesia. Malinconico ma rassicurante. Molte idee messe sul campo e ben sviluppate con qualche momento di eccessiva lentezza. Da leggere e assaporare. |
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12 Maggio 2005, 15:30:37 | Commento scritto da marsman60 | | |
angosciante |
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21 Aprile 2005, 15:07:52 | Commento scritto da Stormbringer | | |
Bellissimo romanzo , forse il migliore dell'autore , i toni sono pacati , non c'è ovviamente allegria , ma va sicuramente letto . |
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