26 Agosto 2013, 09:32:03Commento scritto da attiliosfunel
Voto: 6.50
Come gran parte delle opere leiberiane, il romanzo (quasi breve) gode di un'ottima leggibilità e di un'ottima prosa, spesso frizzante e sempre velata di una sottile ironia di fondo. Anche l'idea di fondo non è male, ma risente, a mio parere, oltre che del tempo passato, del difetto generale delle opere dell'autore americano: è troppo teatrale, molte spiegazioni vengono lasciate tra i passaggi di scena, rendendo poco chiaro il resto della narrazione, e gli stessi dialoghi e persoanggi dopo un po' stufano leggermente per la loro artificiosità. A conti fatti, una lettura consigliabile ma non certo il capolavoro assoluto della fantascienza che l'introduzione vorrebbe vendere.
 
22 Dicembre 2011, 17:28:15Commento scritto da pepponedra
Voto: 7.00
Nella mia personale fase di "studio" delle anti utopie, questo libro è finito nel carniere. Un'idea interessante, a mio avviso sviluppata non così in profondità come avrebbe voluto. Il libro non è male, sia chiaro, ma certi passaggi lasciano perplessi, anche se va considerato il periodo in cui uscì. Forse proprio per questo motivo ha assunto un certo peso nei libri da avere e legge.
 
08 Gennaio 2010, 10:40:23Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.00
Il romanzo affronta in modo originale, imprevedibile ed ironico il difficile tema del rapporto tra scienza e religione.
L'autore, infatti, immagina un futuro in cui la scienza è stata trasformata in una sorta di religione, dietro i cui dogmi si cela l'ambizione degli scienziati di mantenere e preservare indefinitamente il proprio potere sulle masse condannate all'ignoranza ed alla cieca obbedienza. Ma in questo quadro statico in cui i preti-scienziati sono organizzati nella cosidetta "Gerarchia" e controllano il mondo, si inserisce improvvisamente un elemento di disturbo: la "Stregoneria", una nuova organizzazione apparentemente votata al male ed al soprannaturale e che mira a rovesciare l'ordine costituito.
Lo scontro apocalittico tra queste due fazioni si sviluppa, quindi, nel corso della trama, in una sorta di Armageddon in cui il "Bene" ed il "Male" si affrontano per contendersi il possesso del pianeta, senza però che l'autore dia le coordinate giuste per decifrare quale delle due fazioni sia quella del Bene e quale invece quella del Male.
Sebbene, infatti, vi siano continui riferimenti a Satana ed a nomi della demonolatria cristiana come Asmodeo, la denominazione di "Stregoneria" e la conseguente logica associazione con il Male è puramente convenzionale in quanto anche questa fazione, come del resto l'altra, è improntata ad una laicità di fondo e ad una negazione di qualunque elemento spirituale o sovrannaturale a tutto beneficio della scienza e della tecnologia. E' evidente, tuttavia che, proprio questa mancanza di una presa di posizione netta e di una condanna del Male giocarono un brutto tiro a questo romanzo, unico caso accertato di censura in tutta la storia della collana in un epoca in cui certi argomenti, anche se non proprio tabù, raramente venivano toccati in una rivista.
La contesa tra le due fazioni, comunque, pur non risparmiando al lettore momenti di ilarità con qualche punta di grottesco, è al contempo spettacolare e drammatica, condotta con continui colpi di scena ed un ritmo serrato che rende la lettura facile e gustosa, fino al finale niente affatto scontato. L'intervento di Fratello Jarles, dapprima membro della Gerarchia e poi adepto della Stregoneria, riuscirà, infatti, a dare a tutta la storia una diversa chiave di lettura ed a far apparire la battaglia appena terminata come una sorta di rivendicazione della libertà e dei diritti umani contro l'oppressione di qualsiasi forma di tirannia, sia tecnologica che religiosa.
Tra le tante interessanti trovate proposte dal romanzo ho trovato molto affascinante ed originale il concetto della modifica della personalità di un uomo pur lasciando inalterati la sua memoria, il suo carattere e la sua identità.
Un classico che si legge con piacere e che, pur non essendo un capolavoro, non dimostra affatto gli anni trascorsi.
 
09 Agosto 2007, 17:41:20Commento scritto da cat
Voto: 5.00
Ho letto questo romanzo immediatamente dopo a " Un cantico per Leibowitz". Il tema di fondo, una possibile evoluzione della religione in una società del futuro, è lo stesso, anche se sviluppato in  2 trame molto differenti. Il cantico però è un capolavoro, mentre l'alba delle tenebre, a confronto, è un grosso polpettone, che scade spesso nel ridocolo.
 
03 Giugno 2005, 13:07:01Commento scritto da vinmar
Voto: 7.00
L'idea di fondo è angosciante. La trasformazione della scienza in religione. La scienza che non può più indagare su se stessa. Il dogma fideistico al posto del dubbio.
 
01 Giugno 2005, 19:48:12Commento scritto da Longfang
Voto: 7.50
Non mi sento di dargli di più, perchè nonostante l'idea di fondo del romanzo sia ben studiata e gli stati d'animo dei personaggi sempre ben delineati, mi ha dato un'impressione generale d'"ingenuità" (d'accordo che era il 1950...) e di prevedibilità. Scorre comunque piacevolmente.
 
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