Cominciamo subito ad elencare i pregi di questo romanzo: 1) è originale e pieno di trovate interessanti; 2) è coinvolgente e molto ben scritto; 3) veicola una visione distopica dell'America del futuro degna del miglior Evangelisti, attraverso una serie di immagini e situazioni assolutamente fantastiche partendo dagli androidi Danzatori per arrivare a creature agghiaccianti che vagano nel buio, passando per spettri e trappole strabilianti. Le immagini dei Danzatori, la fuga dei protagonisti attraverso il laboratorio braccati da creature da incubo, la trappola misteriosa che imprigiona la protagonista e la fa apparire piccina e lontana agli occhi del suo accompagnatore, le "fughe" del protagonista dalla realtà e le sue allucinazioni che lo portano ad immedesimarsi in altri personaggi rendono la lettura del libro un puro godimento e rimangono impresse, legandosi all'atmosfera di mistero e di fascino di una nazione inspiegabilmente piombata in una organizzazione tribale e legata a misteriosi riti propiziatori. A queste meraviglie, tuttavia, fanno da contraltare una serie di difetti evidentissimi: 1) la trama è frammentaria con salti repentini di contesto (in alcuni punti ho pensato addirittura ad errori di stampa o a tagli editoriali fatti male) e non sempre si comprende sul momento cosa stia succedendo; poi proseguendo la lettura il "salto" si spiega, ma rimane un effetto spiazzante e per nulla positivo; 2) non tutti gli episodi risultano "funzionali" all'azione principale ed alcune "digressioni" sembrano messe lì senza alcun motivo; 3) non tutto viene spiegato e si rimane con il dubbio di cosa davvero fosse questa "visione del Graal" o quale in effetti fosse il motivo dell'esistenza dei Danzatori. Mettendo sul piatto della bilancia pro e contro direi che è un libro più che discreto, da leggere per puro svago ed intrattenimento ma che alla fine lascia un po' il tempo che trova. |