08 Maggio 2016, 17:56:58Commento scritto da maxpullo
Voto: 6.00
Nonostante le premesse, questa antologia Mammuth sull'argomento fantasmi (e più generalmente "aldilà") mi ha abbastanza deluso ed annoiato.
Dopo aver divorato in precedenza i volumi dedicati a Vampiri e Licantropi, questo volume mi è parso piuttosto un "centone" di luoghi comuni, con pochissimi brividi e molta molta noia per cui lo abbandono senza rimpianti dopo averne letto circa 2/3 senza alcun sussulto particolare, sebbene vi siano certamente delle felici eccezioni.
Il primo esempio di eccezione è rappresentato dai racconti di William Hope Hodgson: "Middle Islet" è un incubo ad occhi aperti, agghiacciante per l'atmosfera di orrore che solo un grande maestro come lui è in grado di creare, mentre "I pirati fantasma", sebbene un po' troppo lungo, contiene delle "intuizioni" ed idee che non esiterei a definire lovecraftiane, suggerendo la collisione con mondi ulteriori al nostro e l'intreccio con dimensioni che la mente umana non è in grado di concepire.
Fanno la loro bella figura anche i racconti di Conan Doyle: anche se i brividi sono centellinati, le atmosfere sono praticamente perfette e le storie hanno una loro originalità che le lascia impresse nella mente anche a distanza di anni. L'immagine del cagnolino fantasma ne "Il bullo di Brocas Count", poi, è semplicemente geniale ed è la dimostrazione migliore che la paura non sempre deve essere associata ad una minaccia fisica.
Fanno eccezione anche "L'ombra nell'angolo" di Mary Elizabeth Braddon, impressionante soprattutto per l'immagine dell'ombra che rivela il contatto tra il mondo "reale" e l'aldilà; "Sui tetti" di Sabine Baring Gold per l'atmosfera di paura e sospensione che riesce a creare e, naturalmente, "Il fantasma dei Canterville" di Oscar Wilde, geniale e divertente come pochi.
Ci sono poi alcune assenze giustificabili solo dalla necessità di fare una selezione: quella che mi ha colpito di più è quella del racconto "Smee" di Alfred McLelland Burrage, scritto nel 1931 e presentato in Italia nell'antologia "Chi di vampiro ferisce..." (Galassia 178), un racconto che, ad oggi, continuo a considerare il miglior racconto di fantasmi mai scritto e che, sebbene poco noto, avrebbe meritato senza dubbio una simile ribalta.
Da leggere a piccoli passi e senza grandi aspettative.
 
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