20 Novembre 2014, 22:11:03 | Commento scritto da MILES VORKOSIGAN | | |
Dopo aver letto la recensione di Maxpullo , ho deciso di leggere questo romanzo. Le aspettative sono state appagate, se l'autore voleva far sentire al lettore l'angoscia e al tempo stesso la claustrofobia , il terrore di un possibile evento, c'è riuscito in pieno. Penso possa essere annoverato fra i capolavori del sottogenere apocalittico. |
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29 Novembre 2013, 22:38:23 | Commento scritto da maxpullo | | |
Diciamo subito che questo libro soffre della lovecraftiana "sindrome di Dagon": l'espediente del diario risulta efficacissimo per entrare nel vivo della vicenda e per condividere il pathos e la drammaticità della situazione del protagonista, eppure alla fine ci si trova legittimamente a domandarsi cosa si stia leggendo perchè, visto il finale, non si spiega chi o cosa abbia potuto trovare questo diario per leggerlo e diffonderlo, allo stesso modo in cui si rimane spiazzati nel leggere il diario di un protagonista terrorizzato dal mostro che lo insegue e che, prima di gettarsi, si attarda a scrivere "La finestra! la finestra!". Lovecraft passò quasi tutta la vita a difendere il suo infelice scritto da critici e detrattori ma immagino che Mordecai Roshwald sia stato molto più fortunato perchè mi pare che nessuno abbia mai osservato questa cosa. Al di là di questa stranezza, tuttavia, il romanzo risulta validissimo anche se poco fantascientifico: angosciante come solo un incubo nucleare può esserlo e tremendo per il modo in cui ci vengono fatte vivere le paure ed i sensi di colpa del protagonista prima e l'inesorabile destino che incombe sui sopravvissuti dopo. Per alcuni tratti il flusso di coscienza mi ha ricordato il lento scivolare nella follia del protagonista de "Il corridoio nero" di Moorcock e questo, per me, è un bel complimento. Va dato atto, inoltre, all'autore di non citare mai espressamente le due superpotenze responsabili dell'olocausto nucleare: il suo asettico parlare di "nemici" e "neutrali" ha il merito di rendere il suo scritto praticamente sempreverde e di fargli trascendere gli abusati canoni delle storie scritte nel periodo della "guerra fredda". L'episodio migliore è, a mio avviso, quello della coppia che decide di risalire in superficie per esplorare le rovine del mondo e riportarle ai loro compagni: il parallelo con le colombe della Bibbia è un colpo di genio davvero superbo. Tutto sommato lo considero un capolavoro, un grande classico intramontabile che andrebbe letto almeno una volta nella vita. |
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23 Maggio 2013, 22:32:20 | Commento scritto da brz57 | | |
Scrittura asciutta e senza fronzoli in forma di diario, angosciante e claustrofobico quanto basta. Nonostante gli anni regge ancora molto bene. |
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10 Gennaio 2012, 11:19:22 | Commento scritto da Notman | | |
Romanzo che porta in sè la paura di quegli anni per la catastrofe atomica, permeato dalla paura e dalla nevrosi, si rivela a tratti poetico... buona lettura senz'altro |
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09 Luglio 2011, 14:47:41 | Commento scritto da attiliosfunel | | |
Il romanzo con cui ho iniziato a leggere (e poi divorare) Urania... se fosse stato meno affascinante, sarei forse mai diventato fan di fantascienza? Grandissimo thriller, scritto in uno stile volutamente semplice ma assolutamente accattivante, in grado di tenere il lettore incollato alla lettura per eoni. |
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09 Luglio 2011, 10:16:38 | Commento scritto da remotino | | |
Bhe di fantascenza non è che ce ne sia molta, purtroppo viviamo sempre con la mannaia sul collo che qualche pazzo "schiacci il bottone". Il libro è affascinante, molto psicologico e drammatico.....mi aspettavo un finale così. |
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25 Maggio 2011, 09:34:34 | Commento scritto da Arne Saknussemm | | |
Vecchia lettura... riporto il voto che misi al libro dopo averlo letto. Ricordo ancora la sensazione da imminente catastrofe, la frustazione di chi non ha via d'uscita. Opprimente, molto bello. |
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11 Agosto 2008, 11:48:48 | Commento scritto da gasp63 | | |
Claustrofobico e senza speranza |
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12 Novembre 2007, 15:52:06 | Commento scritto da marsman60 | | |
rende bene l'idea a cosa la "bomba atomica" ti faceva pensare e provare nel momento in cui e' stato scritto 1959 oggi siamo talmente abituati all'idea che sono sicuro non proviamo neanche un centesimo del terrore di allora. forse uno dei primi romanzi in cui il protagonista (lo si capisce abbastanza bene dal modo di pensare e di analizzare i vari problemi sentimentali) e l'ambientazione e' fatta oltrecortina(anche se l'autore vuole essere vago,privo di riferimenti e impersonale). |
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10 Luglio 2007, 11:43:38 | Commento scritto da usermk | | |
Un romanzo dell'incubo, dove l'incubo è rappresentato dalla realtà che tutti abbiamo conosciuto di un mondo in preda alla minaccia nucleare. Ma anche la metafora di una società oppressa dalla paura, dall'angoscia di qualcosa che potrebbe colpire all'improvviso senza lasciare scampo. Si tratti di un'esplosione atomica o un pericolo di altro tipo, altrettanto intangibile, subdolo, inquietante. |
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06 Maggio 2005, 10:27:05 | Commento scritto da Stormbringer | | |
Angosciante, incalzante anche nella narrazione, un libro che fa riflettere su temi sempre attuali, una volta iniziate certe situazioni non c'è ritorno. Va letto serenamente, allineandosi con lo spirito della trama, altrimenti si rischia la tachicardia. |
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