20 Luglio 2021, 21:02:22Commento scritto da Algernon
Voto: 8.00
 
04 Aprile 2020, 13:22:52Commento scritto da Rebo
Voto: 6.00
Non ho letto questo volume della serie Jumbo, ma, in compenso, ho letto la trilogia completa uscita negli Oscar.

Nel primo volume ci sono numerosi elementi di novità che rendono interessante la lettura, ma sono presenti anche diversi aspetti negativi: ad esempio, il personaggio di Seivarden, ritrovato/a casualmente su un pianeta periferico, non si capisce che ruolo svolga nella trama a parte intralciare la/il povera/o Breq; il suo ritrovamento "casuale" avrebbe dovuto comportare un ruolo più rilevante. Nel finale la lotta fra i vari Anaander Miaanai, tutti uguali fra di loro, assume toni a dir poco comici. Il voto non può andare oltre al 6.

Come spesso capita in queste trilogie, i due volumi successivi scadono di qualità, in quanto non ci sono più gli elementi di novità del primo volume: ci si trova su un pianeta marginale del Radch si passa dalle vicende di un ragazzaccio viziato e dai problemi delle famiglie in vista del pianeta nel secondo volume, alla lotta contro l'Anaander Miaanai "cattivo" nel terzo. Non viene minimamente approfondito il tema delle razze aliene, che giocano un ruolo assolutamente marginale; permangono numerosi aspetti comici, che mi auguro siano voluti; il gran finale, infine, ha un tono da burletta. Quando usciranno nei Jumbo, il mio voto sarà 4 per i secondo volume e 2 per il terzo.

Complessivamente, una vera delusione.
 
02 Aprile 2020, 18:48:57Commento scritto da Free Will
Voto: 6.50
Credo di aver passato su questo libro il maggior numero di ore della mia vita nella lettura (più di "guerra e pace"). Ogni volta che arrivavo a pagina 80, dovevo ricominciare da capo perché non mi ricordavo niente. Ciò era dovuto alla confusione creata dall'autrice con tutti quei nomi bizzarri, gli scambi di genere, parlando della stessa persona, e soprattutto l'ideazione di quelle navi super i.a. con le loro innumerevoli "estensioni" chiamate "ancelle" che non solo rispondevano ai "programmi" originali ed agli ordini umani, ma interferivano sempre in ogni evento in maniera autonoma. Questa invenzione, che è poi il cuore del libro e che ne denota l'originalità, è veramente straordinaria, ma risulta veramente spiazzante e crea una certa confusione nella lettura. Poi bisogna aggiungere che l'autrice, come tutte le donne, è molto più analitica degli autori uomini (cosa che per me è sempre stato un fattore positivo), ma qui la Leckie esagera e risulta troppo prolissa nei dialoghi e nelle descrizioni, trascinandoci alla noia in molte occasioni. E costringendo (ancora) a tornare indietro per capire cosa ci siamo persi. Veramente faticoso.
Infine una nota sorprendente e che devo dire di non aver proprio capito è la duplicazione del signore e padrone della galassia che combatte contro se stesso e le sue mille figure sparse qua e là ed anche presenti contemporaneamente. Mah! Per il resto, se vogliamo guardare alla storia, troviamo in fin dei conti la Storia del mondo: c'è sempre qualcuno che vuole spadroneggiare e quindi "annettere" altri possedimenti (che siano nazioni, oppure pianeti, oppure insiemi di pianeti, non ha importanza). La parola usata "annessione" mi fa venire in mente Hitler con le sue "Anschluss", ma il fatto che i popoli annessi (in maniera più o meno cruenta a seconda delle reazioni) diventassaro tutti "Cittadini", con gli stessi diritti e doveri (e quindi a tutti gli effetti dei pari) ricorda senza dubbio il periodo di maggior splendore dell'Impero Romano. Questo fatto fa balzare da solo in alto le quotazioni del romanzo.
Per ultimo ho molte perplessità sul traduttore. Una per tutte: non so perché abbia tradotto il termine "ancillary" con ancella. Certo, la radice è la stessa, ma qui parliamo di parti "ausiliarie" della Nave/super i.a. ed ogni ausiliario o ausiliaria poteva prendere il controllo di un campo d'azione, restando in comunicazione con tutte le parti di sé stessa; addirittura poteva controllare tutto, quando la nave veniva distrutta. Dal punto di vista "visivo" è bello immaginare questi pezzi ausiliari (che del resto sono incorporati in corpi umani uccisi all'uopo) come delle "ancelle", cioè delle figure femminili belle e protettive per l'umano di turno, ma si tradisce il vero significato.
Detto questo non vedo l'ora di leggere i due seguiti del ciclo perché mi sono abituato al linguaggio e ne ho capito almeno l'80%.  
 
02 Aprile 2020, 18:17:31Commento scritto da cat
Voto: 4.00
A pag.6 della introduzione a "Obiettivo Marte" Franco Forte scrive: "..a volte siamo costretti a chiedere ai traduttori di asciugare un po'le traduzioni , cercando soprattutto di evitare aggettivazioni e avverbi inutili, ma anche sintetizzando alcuni passaggi un po' troppo prolissi nell'originale."
Se fosse stata applicata questa regola, di questo romanzo cosa sarebbe rimasto? Forse una  ventina di pagine.
Altrimenti si poteva modificare il titolo in " Ancillary gossip". Chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere, davanti ad una tazza di te .
La trama? Non l'ho trovata.  Insomma di questa superpremiata opera non ho apprezzato (o capito) nulla.
 
21 Marzo 2020, 13:27:20Commento scritto da capricorno52
Voto: 7.50
Romanzo vincitore del premio Hugo , primo di una trilogia che racconta la ribellione di una appendice organica della A.I  che governa la nave Justice of Thoren , resa cosciente da un conflitto di impostazioni del sistema operativo di comando della nave . che provoca l’ acquisizione di una coscienza di se’  fortemente legata  a principi etici tipicamente umani.
Libro inizialmente di difficile approccio alla lettura dovuto sostanzialmente nella comprensione del livello di autonomia e della personalità di Breq , ma una volta individuata la chiave di lettura, la trama risulta intrigante ed avvincente ed è la cosa migliore del libro  , tuttavia l’autrice non riesce a sfruttare a pieno le potenzialità della storia a causa di una scrittura in molte parti prolissa e descrittiva  , ed a volte confusionaria , per parte mia qualche volta sono stato costretto e ripercorre le ultime pagine lette per comprendere meglio il filo della storia.
Forse una migliore traduzione ed una maggiore sinteticità ne avrebbe fatto un capolavoro cosi’ resta un libro interessante ma faticoso.
Vedremo se nel proseguo alcuni difetti  saranno mitigati nel frattempo pazientemente nell’ attesa  sorseggiamo una tazza in stile Radchaai.
 
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