26 Novembre 2021, 00:09:14 | Commento scritto da dargon10 | | |
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15 Ottobre 2018, 15:24:58 | Commento scritto da capricorno52 | | |
Un grande scrittore John Wyndam , ci intrattiene con una storia di genere catastrofico , coniugando il tema dell’ invasione aliena con gli oceani della Terra , che sono una sorta di universo parallelo reale e tangibile , su cui ancora oggi sappiamo poco. L’ idea e l’ambientazione sono originali per i tempi di pubblicazione, il 1953 , il romanzo è scritto in uno stile semplice ed asciutto , il coinvolgimento e l’ atmosfera d ‘ angosciante insicurezza aumentano con il procedere della storia, che presenta tutti gli ingredienti giusti : il mistero delle sfere di fuoco, le strane ed indefinite forme di vita aliene che hanno occupato la profondità degli abissi , l’insondabilità dei loro scopi , l’incapacità degli umani a valutare il pericolo, la catastrofe ambientale. Alla fine quando l’umanità è ormai in ginocchio , l’ individuazione del punto di debolezza permette di debellare definitivamente gli alieni. Wyndam , anticipa un attuale e controverso tema ambientale , che riguarda i possibili sconvolgimenti dovuti allo scioglimento dei ghiacci ed i conseguenti impatti ecologici sulla Terra e l’umanità , con un vivido realismo , considerato che è passato mezzo secolo dalla pubblicazione del romanzo, descrive le conseguenze delle inondazioni sia sul territorio che sulla coesione sociale. Buon romanzo, da leggere. |
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15 Novembre 2012, 15:29:49 | Commento scritto da Nova68 | | |
Ci sono dei racconti, dei romanzi che possono essere paragonati ad una buona bottiglia di vino d'annata. Il vino, dopo che si è stappata la bottiglia con largo anticipo, si lascia decantare in modo che tutti i sentori, i profumi si possano poco a poco sprigionare nell'aria e successivamente rilasciare aromi al naso e sapori alla bocca. Come dicevo, alcuni scritti si comportano cosi', se pur datati, dopo una buona sedimetazione e "decantazione" letteraria, si progongono sempre freschi e pronti ad imbrigliare il lettore. Purtroppo non è il caso di questo romanzo di Wyndham. Troppo debole l'intreccio, alcuni passaggi trascritti senza sentimento (esempio le due righe puramente descrittive della morte del figlio, oppure la scomparsa dei due scenziati nella battisfera, anche in questo caso liquidata in due righe. Il pathos ? Due scene così di forte impatto emotivo avrebbero meritato maggiore considerazione. Forse la terza parte è la migliore, anche se il finale sbrigativo, consolatorio e troppo "happy ending" rovina il tutto. Anche in questo caso, un finale molto più incerto e oscuro, crepuscolare, sarebbe stato più appropriato. Nell'insieme sono rimasto deluso, anche se la prosa, fortunatamente risulta sempre scorrevole e di facile lettura. Voto 6 di pura stima, in attesa di leggere altre prove più convincenti |
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29 Marzo 2010, 21:36:00 | Commento scritto da brz57 | | |
Semplice, convincente, solido il romanzo si legge bene, come tutti quelli di Windham, del resto. Magari non all'altezza dei trifidi ma comunque una sicurezza. |
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26 Dicembre 2009, 17:14:36 | Commento scritto da maxpullo | | |
Vedere commento a Urania 35 e 307bis |
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27 Ottobre 2005, 23:48:44 | Commento scritto da grifone58 | | |
Un romanzo che non si dimentica, decisamente un classico con la C maiuscola |
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