22 Maggio 2020, 17:14:16 | Commento scritto da zecca_2000 |
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Pur consapevole che si tratta di un classico, non riesco a dare più che una sufficienza risicata a questa antologia ciclica. In effetti, se non fosse Bradbury (lo stile e lacapicità di narrare sono tipicamente suoi, e danno del valore agiunto), per il periodo storico in cui è stato scritto, per il fatto di essere un classico... beh forse non meriterebbe nemmeno la sufficienza. Marte è descritto come abitato, l'emigrazione avviene come se Marte fosse dietro l'angolo (o forse il Far West...?). Insomma, una serie di situazioni che non trovo affatto realistico. Ma tant'è, è un classico, è Bradbury, è un poeta ecc. Ribadisco, tuttavia, Bradbury altrove ha scritto dei veri capolavori, non datati. | |||||||
11 Maggio 2019, 02:21:35 | Commento scritto da doge |
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La prima parte mi ha deluso, la parte finale anche, si salva qualcosa nel mezzo..e si che ne avevo sentito parlare molto bene! A parte che in molte cose è più fantasy che fantascienza (è del 1950 lo so, ma non di inizio secolo!), razzi che sembran facili da costruire come se fossero, non so, biciclette! E poi,le persone (anzi no, gli americani) descritti nel libro sono una caricatura del più stupido e ottuso modo di pensare 'americano' che ci possa essere..forse Bradbury lo faceva apposta..ma se è cosi ha veramente esagerato. - Attenzione spoiler ! - Ah, e dopo che l'umanità arriva su Marte, ognuno per i propri motivi, arriva la guerra atomica sulla Terra..e la Madre Terra dice a tutti ''Tornate!" (per proteggere il proprio Paese..) e tutti, in poche ore, mollano tutto e tornano!! (ovviamente per morire nell'olocausto nucleare per cos'altro sennò!?) . Alla faccia della salvezza dell'umanità! (che ovviamente è così stupida e cieca da non meritarsela si intende!). Questa parte l'ho trovata senza senso, non me la spiego! Se non fosse per qualche breve racconto interessante o comunque diverso dagli altri (moralmente più..elevato o culturalmente meno arretrato, ma non ci vuol molto) darei un 4. Non raggiunge la sufficienza per me: voto 5,5 | |||||||
08 Ottobre 2013, 00:19:50 | Commento scritto da Klaatu |
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Nella mia personale valutazione questa serie di racconti, da considerarsi come un unico romanzo, è, a pari merito del City di Simak, il capolavoro assoluto di tutto quanto io abbia mai letto in fantascienza. E' un romanzo, dicevo, perché alla struttura a racconti singoli contrappone una continuità narrativa tale da farlo apparire come un’unica collana composta da tante perle unite da un etereo filo, fatto di rimpianti per le grandi e perdute speranze per l’imminente conquista dello spazio, per come avremmo voluto essere, per come in realtà siamo, o di sospiri per la percezione dei pericoli che incombono e che scaturiscono dall’inconoscibile universo sia esterno che interno a noi, sino ad arrivare alla distruzione di noi stessi e alla speranza di poter ricominciare. Tutto l’infinito di cui abbiamo bisogno è lì, a pochi passi da casa (Marte è qui da noi e noi siamo i marziani), o addirittura dentro di noi. E allora come mai, se per me questo è uno dei due capolavori assoluti della SF, mi limito ad un voto di 9.50?, perché questo romanzo è come un bel sogno che mi lascia il desiderio di poterne fare altri ancora migliori, a cui riservare il voto assoluto; perché non ci deve essere un tetto ai sogni. | |||||||
30 Maggio 2011, 12:36:39 | Commento scritto da Arne Saknussemm |
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Vecchia lettura...riporto il voto che misi al libro dopo averlo letto. Una SF molto "Bradburyzzata". Un testo originalissimo e certamente da leggere almeno una volta. | |||||||
05 Aprile 2011, 22:46:19 | Commento scritto da PabloE |
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Bella serie di racconti collegati fra loro nella colonizzazione, decolonizzazione e ricolonizzazione (questa volta si spera migliore) di Marte, pianeta così tanto rassomigliante all'America scoperta da Colombo, con i suoi abitanti così tanto somiglianti ai nativi americani, con i suoi colonizzatori così tanto simili agli europei del '500. La "scienza" del libro è misera, ma poco importa, perchè questo libro è poeticamente bello, e tanto basta. Alcuni racconti servono giusto da contorno, un "di più" non strettamente necessario (come Usher II). Traduzione migliore rispetto a Fahrenheit ma pur sempre sotto la sufficienza di Monicelli che ostenta il suo italiano antiquato. | |||||||
12 Ottobre 2009, 08:55:51 | Commento scritto da nemesis |
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Probabilmente la problematica è troppo lontana dai nostri tempi, ma devo dire che non è riuscito a coinvolgermi, secondo me il collage delle singole strorie non è uscito proprio benissimo, e devo dire che arrivato a metà non vedevo l'ora di finire. Mi spiace perchè ero partito a leggere con grosse aspettative. | |||||||
12 Settembre 2006, 22:19:27 | Commento scritto da ky0 |
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E' un romanzo assolutamente unico. Da leggere, anzi da nn perdere, fidatevi! Un 10 strameritato! | |||||||
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