19 Ottobre 2022, 15:55:06 | Commento scritto da Free Will |
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Il secondo libro della trilogia "Pathfinder" prosegue con le avventure dei cinque protagonisti che avevamo lasciato in una situazione un po' precaria. Ancora vanno continuamente avanti e indietro nel tempo (e in un certo senso nello spazio), cercando di rimediare ad una serie di problemi, causandone altri, tornare a riparare e via così. Certo l'autore pasticcia molto con i paradossi temporali, ed è purtroppo inevitabile nelle circostanze narrate. Ma a noi non importa: è più interessante scoprire cosa sono e come si sono formati i "Recinti Murati", chi/cosa sono e quali sono le intenzioni dei cosiddetti "surrogati", dove sono, come sono arrivate e come sono "governate" le 19 astronavi. E poi perché si attendono i "Visitatatori" ed i "Distruttori", cosa c'è all'interno dei vari Recinti, come sono abitati e perché sono così diversi. Ebbene, il fatto è che quello che avevamo scambiato all'inizio del primo volume per un fantasy da ragazzi, in realtà si tratta di un vero corposo romanzo di fantascienza con mille implicazioni. E soprattutto scopriamo (senza meravigliarci, dato l'autore), che alla base del libri c'è una grande morale, anzi La Morale, cioè il fatto che l'umanità, da quando è nata e per sempre non può fare a meno di fare una guerra, con qualsiasi pretesto, rischiando perfino di arrivare all'Armageddon finale. I nostri 5 eroi per caso, probabilmente cercheranno di evitarlo, magari sbagliando e riprovando, sfruttando i loro cosiddetti doni. E poi appaiono nuovi protagonisti che, forse, saranno determinanti, in un senso o nell'altro. Chissà perché mi viene in mente un certo John Steinbeck che negli anni 30 del secolo scorso scrisse un romanzo intitolato "Uomini e Topi", anzi "Of Mice and Men". Bisogna subito buttarsi sul volume finale. | |||||||
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