Che cosa hanno in comune i Maya, Shakespeare, il continente perduto di Mu, Lovecraft, la parapsicologia e Stonehenge? Questo romanzo - molto descrittivo e didascalico (pochi dialoghi, zero azione) - butta tutto questo e molto altro ancora in un enorme calderone e ne trae fuori una "storia del mondo" tutto sommato affascinante, ma: le premesse (contenute nelle prime 150 pagine) sono davvero difficili da comprendere e accettare come base per la vicenda, così come le lunghissime dissertazioni storiche ininfluenti rispetto alla trama principale; inoltre, non si capisce mai bene se l'autore creda seriamente alle cose che scrive; il finale è costituito semplicemente da un punto (del resto, mancando una vera e propria trama, non poteva essere altrimenti). Nota positiva: non ci sono i templari. |