29 Aprile 2021, 19:03:41Commento scritto da Free Will
Voto: 7.50
Che fortuna! Il terzo libro della saga di Coyote, dopo gli orrendi Coyote (Urania 1602) e Coyote Rising (Urania 1634), è decisamente migliore. Finalmente ritroviamo il vero Allen Steele, con la sua scrittura lineare e piacevole e con una storia costruita in maniera logica e ben strutturata. In più i personaggi non hanno i comportamenti astrusi e stupidi dei primi due romanzi, ma risultano ben caratterizzati, espliciti (sia i "buoni", sia i "cattivi") e ben rapportati fra loro. Infine tutti gli aspetti tecnici e scientifici sono ben verosimili, pur ricalcando alcune invenzioni fantascientifiche non proprio originali. La traduzione è perfetta.
Per la verità la cosiddetta "trilogia" di Coyote fa parte di un insieme di libri ambientati nello stesso universo, scritti prima e che possiamo considerare un po' come dei prequel:
- Spindrift del 2007 (mai tradotto e pubblicato)
- I fiumi di Coyote del 2007 (tradotto e pubblicato da Delos nel 2018)
- Coyote Horizon del 2009 (mai tradotto e pubblicato)
- Coyote Destiny del 2010 (c.s.)
- Coyote Hex del 2011 (c.s.)
- Galassia nemica del 2011 (pubblicato da Urania con il numero 1566 )  
 
02 Settembre 2018, 02:19:35Commento scritto da galions
Voto: 8.50
Romanzo conclusivo della trilogia di ‘Coyote’, ‘Estrema frontiera’ introduce nuovi elementi che elevano l’avventura dei coloni del satellite del pianeta ‘Orso’ a livelli epici.
Dopo aver difeso con una vera e propria guerriglia la libertà ed i propri insediamenti, i coloni di Coyote accolgono la ‘Columbus’, la prima astronave dell’Agenzia Spaziale Europea, tra cui c’è un fisico che progetta e realizza il primo portale interstellare che permette di ridurre a poche ore il viaggio tra il sistema di 47 Ursae Majoris e la Terra.
Se questo può essere un vantaggio in termini di nuovi accordi commerciali, diviene invece una vera minaccia da parte dei terrestri che stanno vivendo una terribile crisi climatica ed hanno ormai urgente bisogno di trasferirsi in massa su un nuovo mondo.
Anche in questo romanzo Steele non si accontenta di offrirci l’avventura fine a sé stessa, ma riprende il tema del conflitto generazionale tra padri e figli.
Ho trovato davvero affascinante lo scontro che oppone il protagonista alla figlia Susan, la quale con altri personaggi ben caratterizzati impone drammaticamente la questione che tutti hanno ignorato sin dal loro arrivo sul pianeta, ovvero il doveroso rispetto da osservare nei confronti dell’equilibrio ecologico di Coyote e delle sue specie autoctone, comprese quelle che hanno causate perdite tra gli umani.
Le logiche dello sfruttamento e del profitto si stanno riproducendo nella nascente società coloniale ed è la prima generazione nata su Coyote a costringere tutti gli altri ad affrontare la sostenibilità ambientale senza ripetere i vizi tipici dell’istinto di conquista della razza umana.
Steele ripropone anche temi classici della fantascienza avventurosa e lo fa in modo originale, senza ricalcare schemi già collaudati e coronando il tutto con un finale dove emerge ancora una volta, dopo i titoli precedenti, un colpo di scena magistralmente efficace.
Se devo proprio trovare difetti a questa splendida ‘space opera’ potrei dire che ho trovato sopra le righe la figura del guru religioso Zoltan Shirov comparso in ‘Coyote Rising’, inoltre avrei gradito una maggiore caratterizzazione dell’ambiente, magari con qualche pagina in più dedicata all’esplorazione.
Ma tutto ciò non guasta il mio giudizio più che positivo.
Ottima la traduzione di Fabio Feminò. Il romanzo è sempre il risultato della raccolta di più racconti, né più né meno come ‘Coyote’ e ‘Coyote Rising’, scritti sfruttando il punto di vista dell’autore o di uno dei protagonisti.
Non c’è una particolare cura nel legarli l’uno all’altro, ma si tratta di un aspetto trascurabile che non disturba affatto la lettura.
La trilogia è parte di un universo narrativo più ampio, al quale sono legati altri romanzi, di cui però esiste la traduzione di uno solo di essi con il titolo di ‘Galassia Nemica’, reperibile nel mercato dell’usato come vecchio volume di Urania.
Completano il volume due racconti finalisti del concorso ‘Urania Short’ del 2017.
RUMORE VUOTO di Andrea Montalbò  7/10
In un mondo devastato dall’inquinamento e dominato da una rigida separazione classista, una donna condannata ad una detenzione disumana consuma una fredda vendetta contro un politico nel momento della sua massima esposizione mediatica.
Efficace la descrizione dell’estremo degrado sociale, oltre che dei pensieri e dello stato d’animo della protagonista.
MADRI di Diego Matteucci    5/10
Uno scudo scaturisce dal Polo Nord ed avvolge la Terra salvandola dal collasso del sistema solare, proiettandola in un viaggio tra le galassie.
Le madri hanno il ruolo fondamentale di perpetuare una nuova razza umana potenziata di individui definiti ‘ibridi’.
Racconto surreale con ambientazione e personaggi piuttosto incolori.
  
 
16 Giugno 2018, 17:22:25Commento scritto da bibliotecario
Voto: 6.50
Romanzo bello corposo, dal ritmo non propriamente frizzante ma comunque interessante. Si proseque l'epopea pionirestica di Coyote, si sequeno le vicende della Terra enuovi e vecchi personaggi vengono alla ribalta. Lettura se non avvincente sicuramente interessante.
 
21 Maggio 2018, 21:13:52Commento scritto da cat
Voto: 7.00
Rispetto al primo volume manca l'effetto novità. Lettura comunque piacevole con qualche momento di noia quando l'azione si sposta sulla terra. Finale che prepara il terzo volume, che spero di potere leggere presto.
 
21 Maggio 2018, 18:50:38Commento scritto da Oldman
Voto: 8.50
Con tutti i pro e contro della sceneggiatura, dopo tanto ho letto un libro che mi ha se non pienamente; soddisfatto abbastanza. Dopo tanti Cyber e Co, che non fanno certo parte della mia cultura di SF, finalmente qualcosa di abbastanza avvincente da tenermi incollato al libro.
 
19 Maggio 2018, 14:56:21Commento scritto da capricorno52
Voto: 6.50
Una space opera ricca di personaggi   che racconta ,con un taglio semplicistico, in otto capitoli non tutti ben collegati  fra loro,  la possibile ipotesi di una futura società umana multiplanetaria.
Il romanzo è il  quarto pubblicato da Urania  , riprende  , la storia della colonizzazione di Coyote post indipendenza , sui  rapporti fra i coloni , aborigeni e stati della Terra che stanno collassando a fronte delle catastrofi ecologiche provocate e subite. Il punto di svolta per la salvezza della razza umana  è rappresentato dalla realizzazione pratica , idea non nuova nella SF , di un “Ponte Stellare” che tramite un wormhole artificiale mette in comunicazione pressochè immediata la stazione spaziale del  Sistema Solare e la prima stazione extrasolare di Ursae Major  la stella intorno alla quale orbita Coyote , luna abitabile del pianeta gigante Orso  a 47 anni luce dalla Terra.
Romanzo scritto in modo monotono , le ambientazioni sono scarne , la trama è impostata  sulla falsariga della storia dell’ indipendenza delle colonie americane , nelle intenzioni lo stile doveva essere avventuroso ed epico ma l’autore raramente crea  pathos e sense of wonder, certo il romanzo si fa leggere, anche se a parer mio alcune parti sono inutili ed altre poco sviluppate , poco avvincente il ritmo della narrazione,  poco  sviluppatala descrizione dell’ ecologia di Coyote  non  particolarmente diversa da quella terrestre , e piuttosto uniforme dal punto di vista ambientale.
Personaggi ben tratteggiati ma stereotipati  poiché appartenenti a due sole categorie :  cattivi , bugiardi egoisti e violenti da una parte ;  buoni  leali  e previdenti dall’ altra.
Dopo aver letto Coyote nro 1602 di Urania ed il presente romanzo , che manifestano piu’ di un difetto nella trama , e nelle ambientazioni , credo che difficilmente gli altri romanzi della saga avranno un taglio diverso  , se cosi’ , una occasione perduta , per lo sforzo profuso,  si  poteva mirare alla qualità e puntare al capolavoro , ma forse la mancanza di profondità è voluta per favorire la rapida trasformazione della saga in una sceneggiatura  per la TV.
Libro leggibile , voto generoso, ma da Allen Steele e’ ragionevole aspettarsi di piu’.
In allegato 2 buoni racconti finalisti al premio Urania short 2017.
Rumore vuoto , racconto distopico con sfondo sociale 7,5
Madri   , madri portatrici della diffusione della vita nel cosmo 7,5  
 
19 Maggio 2018, 00:13:21Commento scritto da doge
Voto: 7.50
Continua la saga di Coyote,questo libro si divide tra quello che è successo negli ultimi ''anni'' che non abbiamo seguito..e di quel che succede mentre la vecchia e usurata Terra ha trovato finalmente il modo (una specie di Stargate) per potersi connettere in tempo reale con il neonato nuovo mondo...sarà la fine di Coyote e della libertà che i suoi coloni si sono guadagnati? E che dire della vita indigena,compresa quella ''intelligente''? E infine...siamo i soli a viaggiare nello spazio e cercare nuovi mondi?
Romanzo ben leggibile,mai noioso,dove incontriamo molti vecchi protagonisti e molti nuovi decisi a far del loro meglio per far si che l'umanità non ricominci tutto daccapo su un nuovo pianeta al solo scopo di rovinarlo..ma gli umani non cambiano,ci sono i buoni e i cattivi,gli stupidi,i pavidi e i coraggiosi...dovunque.
Voto:7,5
Ai 2 racconti che seguono,veramente particolari,
Rumore vuoto: 7
Madri: 8
 
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