09 Giugno 2020, 09:36:39 | Commento scritto da antosimov |
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Concordo su molte questioni del commento che mi ha preceduto. Non mi dilungo quindi sulla trama, la prima parte è un po complicata per chi non conosce il ciclo, non per me. Nelle ultime quaranta pagine il ritmo aumenta,diventa quasi un thriller telepatico. Nelle ultime pagine spiega anche la situazione del ciclo in cui si inserisce nel ciclo. Siamo nella fase in cui la lega è esplosa e degli alieni si sono istallati sulla terra ormai bucolica e sottomette i terrestri a una specie di schiavitù. Indispensabile per completare il ciclo, io lo ho già letto quasi tutto, mi manca solo l'ultimo LA SALVEZZA DI AKA. Per il voto ,non è certo tra i migliori del ciclo per i quali ho dato dei nove, ma non mi sento di dare meno di otto alla LE GUIN che si riscatta ampiamente nelle pagine finali. | |||||||
18 Dicembre 2018, 21:47:06 | Commento scritto da zecca_2000 |
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Classicissimo romanzo della Le Guin, inserito nel suo ciclo principale. La prima parte del romanzo e' la classica storia itinerante dell'uomo che, persa la memoria, cerca se' stesso e le proprie origini, ed e' la parte migliore del romanzo. (mi ha ricordato un romanzo di Ugo Malaguti...) Nel secondo, viene in contatto con gli dei di turno, e deve capire se sono buoni o cattivi, se mentono o dicono la verita'. Nell'ultima parte, si risolve la vicenda. Uno schema semplice, che pero' tutto sommato funziona, senza essere un capolavoro. Ben scritto, personaggio principale ben disegnato. In realta' non conosco abbastanza il resto del ciclo (letto in maniera frammentaria e incompleta, senza seguire lo schema del ciclo stesso). Ad ogni modo, una sufficienza abbastanza ampia. 6/7 | |||||||
01 Febbraio 2009, 11:47:52 | Commento scritto da Klaatu |
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Il romanzo fa parte del ciclo Hainita di Ursula K. Le Guin, ma scritto prima che l’autrice arrivi alla completezza dei suoi libri più famosi e affascinanti (La mano sinistra delle tenebre su tutti). Non mancano in esso spunti interessanti e una certa suspence che aiuta a leggerlo con una buona partecipazione emozionale, ma sicuramente non è tra i più belli né dell’autrice né del ciclo. Molto interessanti e piacevoli gli spunti antropologici che la Le Guin utilizza sempre nelle sue opere, con la facilità di tratteggiare società ed organizzazioni sociali tra le più disparate, ma, oltre ad una prima parte ben delineata e piacevole, il resto è sempre più appena accennato, e, soprattutto nel finale, un po’ insoddisfacente. In realtà però se non fosse per la lettura nel complesso del ciclo dell’Ekumene, che ci permette di incasellarlo in una posizione specifica e ben definita nella trama complessiva, il libro resterebbe un po’ sospeso ed inespresso. In conclusione una storia piacevole da leggere ma che non lascia dietro di sè sensazioni durature; un 6 di stima più che altro. | |||||||
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